Svizzera, 10 dicembre 2025

"Il Consiglio federale rinunci alla tassa nazionale sui rifiuti"

Il Consiglio federale dovrebbe rinunciare all’introduzione di un’eventuale tassa sullo smaltimento dei rifiuti destinata a finanziare i costi aggiuntivi dei nuovi impianti di separazione della CO₂. È quanto chiede una mozione presentata dal Consigliere Nazionale Lorenzo Quadri che chiede che, se necessario, venga disdetto l’accordo sottoscritto nel 2022.


Secondo anticipazioni della NZZ, in Svizzera un sacco dell’immondizia da 35 litri potrebbe infatti presto costare sensibilmente di più. Si ipotizza infatti un aumento del prezzo: inizialmente di 5 centesimi, seguito da un ulteriore rincaro di 2 franchi. Un rincaro a cui Quadri si oppone perchè, a suo avviso, una tassa nazionale richiesta dai gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti “costituirebbe l’ennesimo, inaccettabile aumento a carico dei cittadini”. Da qui la richiesta di bloccare ogni ulteriore imposizione climatica nel settore dei rifiuti.

Secondo quanto riportato nel testo della mozione, “nel 2022 l’allora direttrice del DATEC, Simonetta Sommaruga, ha firmato un accordo con l’Associazione svizzera dei dirigenti e gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti (ASIR). L’intesa obbliga le aziende del settore a mettere in funzione, entro il 2030, almeno un impianto di separazione della CO₂ con una capacità minima di 100'000 tonnellate l’anno.



L’impianto è attualmente in costruzione a Niederurnen (GL) e, entro cinque anni, dovrebbe essere in grado di catturare le emissioni di carbonio. La CO₂ separata nell’impianto glaronese dovrà poi essere trasportata per migliaia di chilometri e stoccata sotto il Mare del Nord. Un procedimento che, oltre ad avere un impatto ambientale, comporta un onere stimato di circa 40 milioni di franchi all’anno.

Proprio per questo motivo, i gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti chiedono l’introduzione di una tassa nazionale sul clima, che si aggiungerebbe alla già esistente tassa sul sacco. Quest’ultima è destinata unicamente a coprire i costi di smaltimento e non quelli legati alla cattura della CO₂. Secondo quanto riportato dalla NZZ, e stando alle stime del direttore generale dell’ASIR, per rendere realmente climaticamente neutra l’intera filiera la nuova tassa potrebbe arrivare fino a circa 2 franchi per sacco da 35 litri”.

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