LUGANO - Nel 1970 la Federazione svizzera (ASF) festeggiava il suo 75esimo compleanno. Per l’occasione organizzò un amichevole a Berna contro l’Italia, che qualche mese prima era stata protagonista ai Mondiale messicani, nei quali ottenne un prestigioso secondo posto e vinse la partita del secolo contro la Germania in semifinale. Il commissario tecnico della Nazionale rossocrociata era Louis Maurer che convocò il giovane Pier Boffi. Alla vigilia il difensore del Lugano ricevette l’inattesa notizia. “Preparati, domani giochi titolare e dovrai marcare Gigi Riva!”. Il bianconero fu sorpreso ma non si spaventò più di quel tanto. “Sapevo il valore del mio avversario, ne conoscevo le caratteristiche. La sfida con lui mi stimolava tantissimo”, disse il ticinese. Maurer lo schierò perché il basilese Ramseier non fu in grado di recuperare da un infortunio. Disse il luganese: “Ammetto di aver tremato un pò. Riva (deceduto nei giorni scorsi, ndr) era uno dei più grandi attaccanti del momento. Tuttavia mi feci coraggio e andai su di lui con l’intenzione di non lasciarlo per un attimo”.
Poi la sfida iniziò e Pier si attaccò al cagliaritano,senza mollarlo un attimo. E la punta, sorpresa dalla
personalità e dalla determinazione del giovane elvetico, fu come ipnotizzato e non riusci ad esprimersi come avrebbe voluto. Per Boffi fu probabilmente il giorno più bello della sua carriera. Era il 17 ottobre 1970. A fine gara (risultato: 1-1) Rombo di tuono (fu così che il grande Gianni Brera definì Gigi Riva) ebbe parole di elogio per il ticinese: “Mi strinse la mano e mi fece i complimenti – affermò Boffi – Non solo: ci scambiammo le maglie e mi chiese di raggiungerlo nel Cagliari! Quelle parole non le dimenticherò mai!”.