Imprevedibile, immarcabile, in corsa come nella vita, Sagan si è distinto per la sua versatilità al di fuori del ciclismo. E per questo è stato criticato. Secondo alcuni, gli è mancata disciplina e ciò gli avrebbe precluso tante altre vittorie. Oggi ricordiamo la sua figura di corridore “pazzo” e spettacolare ripubblicando una parte dell’intervista che ci aveva rilasciato subito dopo aver conquistato il suo terzo titolo iridato a Bergen (2017). Un’intervista che fu possibile grazie all’ufficio stampa della Tinkoff, che ancora oggi ringraziamo per la cortesia.
Sagan: terzo titolo consecutivo. Nessun altro c’era riuscito in precedenza. Ha fatto storia.
Corsa pazza, corsa imprevedibile. Il percorso sembrava fatto apposto per corridori da classiche e invece ci siamo ritrovati in una cinquantina a decidere il Mondiale di Bergen. Sono partito al momento giusto. Quando non hai niente da perdere, poi, fai la differenza. Kristoff correva in casa ed aveva la pressione tutta addosso. Alla fine l’ho battuto. Il tris? Sono numeri importanti ma non credo che io possa essere giudicato solo per questo. Ho vinto tanto e anche in altre competizioni.
Questa vittoria cambia qualcosa per lei?
Non lo so, credo che questa vittoria come quella di Richmond e Doha siano importanti soprattutto per ilmio paese, la Slovacchia, che dovrà tenersi stretta questa maglia iridata per far crescere l’interesse attorno a questo bellissimo sport.
Sagan ha un piano definito per il futuro
Mi piacerebbe davvero vincere una classica monumento. Un Fiandre, o una Roubaix (cosa che ha poi fatto, ndr) o una Sanremo. Sinora ci sono solo andato vicino ed ho dovuto accontentarmi della Gand-Wevelgem, che comunque è una signora corsa. Non farò troppi festeggiamenti in inverno e la prossima primavera, quando cominceranno le grandi classiche del Nord voglio essere lì davanti a lottare con primi.
La Sanremo è diventato il suo cruccio.
Non me lo dica. La classica italiana è diventato un incubo. Vincerla mi renderebbe molto felice. Oltretutto le caratteristiche di questa corsa mi si addicono perfettamente.
Peter Sagan è l’unico vero personaggio del ciclismo moderno.
Sono me stesso, non ho due facce e dico sempre quello che penso. Se poi sono un personaggio o meno, questo non devo certo dirlo io. Ma mi fa piacere che qualcuno mi metta addosso questa etichetta. Io ho sempre corso in allegria e con coraggio.
Lei sorride sempre…
È il mio carattere. E poi dobbiamo anche prenderci un po’ meno sul serio.
Quel bacio alla fidanzata a Richmond nel 2015, subito dopo il trionfo iridato, aveva commosso tutti.
Katarina mi ha sostenuto e aiutato in tutta questa fase di avvicinamento al Mondiale. Questa vittoria è anche merito suo. Avere vicino una persona a cui si vuol bene è fondamentale per uno sportivo. Alla vigilia della corsa ho parlato a lungo con lei delle mie possibilità. Katarina è il massimo. E quel bacio ha dato un significato particolare a quella giornata. In quel momento avevo capito di essere campione del mondo. Bello ed emozionante!
M.A.