ZURIGO – Per prima cosa dobbiamo parlare del campo. Va bene che Cornaredo, con tutti i lavori di costruzione del PSE (il primo colpo di pala è stato dato giusto un paio di giorni fa) è inutilizzabile, va bene che Ginevra oltre a essere troppo lontana vede il Servette impegnato anch’esso in Europa, ma presentarsi in Conference League su un campo indecente come quello del Letzigrund è davvero inaccettabile. Fatta questa premessa, possiamo tornare al calcio giocato e a quello che ha detto il campo in merito all’esordio europeo del Lugano: lo 0-0 maturato contro il Bodo va stretto, strettissimo ai ragazzi del Crus, anche se…
Certo quell’”anche se” finale è tutto legato non tanto alla parata di Saipi nel primo tempo, quanto al palo colpito a botta sicura da Gronbaek al 95’ che avrebbe reso la serata tigurina una vera e propria beffa per la compagine ticinese. Una serata nata con tante, troppe, occasioni create e non concretizzate in maniera clamorosa. Se il tiro a giro di Bottani è accettabile, meno lo sono l’occasione non sfruttata da Mai in spaccata, il colpo di testa a porta vuota di capitan Sabbatini e ancora di più il tiro finito alle stelle di Celar quando il portiere era uscito dai pali per una scampagnata ideale per “Mai dire gol”.
Di bello e di buono, nei primi 45’ – perché nel secondo tempo i ritmi sono calati a causa della pioggia battente e del campo indecoroso – ci sono le giocate dei bianconeri, il ritmo tenuto dalla compagni di Croci-Torti, le occasioni create e non concretizzate anche per i clamorosi interventi sulla linea degli avversari e un Mattia Bottani che, finché ne ha avuto, è stato imprendibile per i difensori norvegesi. Ecco perché c’è rammarico, oltre al fatto che giocare una partita europea davanti a soli 1'384 persone è abbastanza deludente, ma se si pensa che le altre campagne europee del Lugano erano sempre iniziate con una sconfitta… c’è di che essere contenti.
Certo, passare il girone, contro Club Bruges e Besiktas non sarà per nulla facile, ma l’FC Lugano ha dimostrato di esserci e di poter dire la sua contro chiunque.