Sport, 31 marzo 2023

“Nella UAE un solo obiettivo: crescere e correre con le big”

A colloquio con Linda Zanetti, unica ticinese professionista del ciclismo su strada

LUGANO - Linda Zanetti è l’unica ticinese professionista. Una scelta – quella di fare delle due ruote un mestiere – non facile, anche perché le incognite sono sempre tante, soprattutto di questi tempi. E a proposito la ragazza di Camignolo (classe 2002) non ha dubbi:“Il ciclismo è una passione ma per poter emergere bisogna sacrificarsi e rinunciare a tante cose. Guardo i miei amici o miei coetanei che hanno una vita sociale più movimentata della mia. A volte non li posso seguire perché il giorno dopo ho un allenamento o una gara da disputare. Ma non mi lamento e sono contenta di questa scelta: sono convinta che non me ne pentirò”. 


Linda, che partecipa in questi giorni alle prove MB del Tamaro Trophy, è entusiasta del progetto UAE, la squadra femminile diretta dal nostro Ruben Bertogliati. “Quando mi hanno comunicato che avrei fatto parte di questo progetto ero felice anche perché sarebbe stata la mia prima esperienza in una squadra del ciclismo su strada. I miei obiettivi per i prossimi anni sono chiari: fare esperienza e crescere a livello personale, penso che i risultati arriveranno...”. Il passaggio dalla Mountain Bike alle ruote leggere era nell’aria da tempo. “Debbo dire - afferma Linda –che nella MB mi sono sempre trovata benissimo ed ho pure raggiunto dei buoni risultati. Poi quando ho cominciato a gareggiare anche su strada ho visto che me la cavavo bene ed allora, dopo lunga riflessione, ho deciso di dedicarmi a questa disciplina anche se qualche gara di mountain bike la farò ancora. Ma il mio obiettivo principale è la strada. Non ci sono dubbi”. 



La Mountain bike è stata comunque un bel trampolino di lancio. “Dalla mountain bike mi sono portata appresso la tecnica, e certe cose mi riescono più facili perché avere una buona abilità tecnica è importante per le gare su strada. La MB è stata una palestra importante e direi ideale' Linda, come detto, ha un contratto in essere con la UAE di Ruben Bertogliati. Specifica, tuttavia che “si tratta della squadra di formazione, nel senso che siamo un gruppo di ragazze giovani che devono fare esperienza e provare in seguito ad entrare nel grande circuito internazionale. Faremo gare di livello importante ma non ancora le classiche tipo il Fiandre. A quelle ci arriveremo per tappe, gradualmente. Di certo, un giorno mi piacerebbe correre una classica del Nord o un Giro d’Italia. Ormai il ciclismo femminile sta diventando sempre più seguito e anche i mass media si stanno interessando alle sue vicende. Per me uno stimolo in più”. 


Un progetto, quello della squadra degli Emirati Arabi, che ha un valore aggiunto: l’internazionalità delle atlete messe sotto contratto. Sono ben 9 i paesi da cui provengono. Fra di loro ci sono anche ragazze degli Emirati che hanno deciso di mettersi in gioco in un contesto tradizionalmente europeo. “Si tratta di un progetto innovativo e che potrebbe aprire in futuro le porte anche ad altre ragazze svizzere. Il fatto di esserci per me è certamente motivo di orgoglio”. Fra gli obiettivi stagionali, oltre alle gare con la UAE, ci saranno anche le rassegne iridate e continentali. “In particolare punto agli Europei Under 23 in Olanda. I Mondiali sono un po’ più difficili, anche perché il numero delle rossocrociate che vi possono presenziare è limitato. Comunque: un passo alla volta; come ho detto prima questo è il momento della crescita e per questo mi sto impegnando a fondo.” 


Intanto Linda si prepara ai prossimi appuntamenti. Ad inizio aprile sarà infatti in Belgio per la Scheldeprijs, una classica che si disputa nelle Fiandre (è classificata come 1. HC Europe Tour dall’UCI). “Un banco di prova importante, perché al via ci saranno anche concorrenti di prima fascia. Un’occasione per misurare le mie condizioni psico-fisiche alla vigilia di una stagione intensa. Ho fatto la gamba al recente Gran Premio del Ticino a Lodrino(ha vinto nella categoria femminile, ndr) e sono molto motivata.” A proposito di Scheldeprijs: un tempo era riservata solo agli uomini e fra i vincitori si annoverano i nomi di Van Looy, Boonen e Kristoff. Dal 2021 è aperta anche alle donne: prima vincitrice Lorena Wiebes (olandese).


MDD

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