I leghisti devono votare i candidati leghisti al Consiglio di Stato. È l'appello lanciato da Boris Bignasca durante un dibattito andato in onda ieri su TeleTicino. L'appello di Bignasca fa seguito alla pubblicazione, da parte della RSI, di un sondaggio che lo vede arrivare al quarto posto, dietro il candidato UDC Piero Marchesi.
Un risultato personale che lo vede decisamente deluso. “Sono abbastanza incazzato! È un risultato che fa abbastanza schifo e questo mi fa riflettere” ha affermato il capogruppo leghista. “I leghisti – ha continuato Bignasca - devono votare i tre leghisti. Sono abbastanza incazzato. Il problema è che gli UDC non votano i leghisti, mentre i leghisti danno fuori i voti agli UDC. Questa cosa speriamo che finisca presto perché c’è bisogno di votare i tre leghisti”.
“Se i risultati sono quelli del sondaggio - ha proseguito Bignasca - l’aria dal 2 aprile pomeriggio cambierà. Se arrivo quarto o quinto, vuol dire che ho sbagliato politicamente qualcosa negli ultimi anni, quindi tornerò a fare quello che facevo prima, cioè opposizione”. E questo nonostante la presenza di due Consiglieri di Stato leghisti. “Non li ho mica sposati…” ha replicato Bignasca.
Il candidato leghista si è comunque detto soddisfatto dei risultati degli altri due candidati leghisti per il governo e del risultato in Gran Consiglio. Bignasca si è poi espresso riguardo uno dei temi chiavi della legislatura: il decreto Morisoli. “Io di decreti Morisoli non ne voto più, perché poi il problema è che vengono referendati e si va a fare un bagno di sangue popolare che non tiene conto di tutte le sfaccettature concrete. Perché si vota in un modo, ma poi se qualcuno tocca i sussidi di cassa malati, la misura non passerà mai”.
“Non sono pentito di averlo votato - ha aggiunto Bignasca sempre a proposito del decreto Morisoli - ma affrontare le difficoltà del risanamento finanziario con questa spada di Damocle, ormai buoni contro cattivi, da una parte e dall’altra, non fa bene al Canton Ticino. Era un documento giusto come road map, ma da qui a farci tre o quattro anni di campagna elettorale….anche no”.