Sport, 21 febbraio 2023

"Per Marco Odermatt ormai non ci sono più aggettivi!”

L’ex campione olimpico e mondiale Piero Gros parla del nostro campione

LUGANO - Marco Odermatt è ormai diventato lo sportivo svizzero più famoso e acclamato. Dal ritiro di Roger Federer, si è caricato sulle spalle la responsabilità di essere l’uomo “immagine” del nostro sport a livello internazionale; tutto ciò grazie ai suoi grandi successi, alla sua simpatia e la sua disponibilità. Ragazzo maturo e sensibile, ha preparato questi Mondiali francesi con grande scrupolo e attenzione: su di lui si sono create, per altro giustamente, molte aspettative e Marco è stato all’altezza della situazione. Malgrado la delusione per il mancato podio in Super G, non si è perso d’animo ed ha saputo riscattarsi con due spettacolari ori in discesa libera (con una prova davvero formidabile) e in slalom gigante. In entrambi i casi suscitando l’ammirazione di avversari, compagni di squadra e addetti ai lavori. 


“È un atleta straordinario” dice di lui l’ex campione del mondo e olimpico Pirmin Zurbriggen. “Un misto di classe, forza e intelligenza”, afferma l’ex campione del mondo e olimpico Piero Gros, che ha commentato in coppia con l’impareggiabile Aramis Dozio i Mondiali di Courchevel e Meribel per la RSI. Proprio con l’ex protagonista della Valanga azzurra abbiamo commentato le imprese del campione di Buochs. 


Piero Gros: ormai non ci sono più aggettivi per Odermatt.
Esatto. Tutto quello che c’era da dire è stato detto. Con trasporto ed enfasi. Ma gli aggettivi che gli sono stati appioppati Marco se li merita tutti. Classe, forza, intelligenza, lucidità. Bravo nella gestione delle situazioni difficili. Prendiamo il post Super G dei Mondiali… 


E cioè?
La delusione per non essere salito per pochissimo sul podio della prova, lui che era uno dei grandi favoriti, è stata grandissima e palpabile. Ma Odermatt ha ricaricato le batterie e si è concentrato sulla discesa libera, nella quale aveva tutto da perdere. Ha corso in modo geniale e perfetto. Una prestazione da dieci, come da più parti indicato. E ciò significa che lo svizzero ha saputo cancellare dalla propria mente l’opaco Super G e concentrarsi come nessuno per la prova seguente. Ha fatto come i grandi: ha saputo isolare la delusione e ripartire. Complimenti!


Nello slalom gigante si è superato.
A differenza della libera, che prevede sola una discesa, Odermatt ha dovuto portare sulle proprie spalle un carico di stress non indifferente. Non ha corso in modo eccellente sul primo tracciato, pur risultando secondo, ma è stato bravissimo a gestire la situazione sul secondo mentre Schwarz, che era primo a metà competizione, non ha retto la pressione. 


Mondiale quasi perfetto, per il nidwaldese.
Quando vinci due medaglie d’oro significa che sei davvero sul pezzo. Il fatto di aver “fallito” il super G conta relativamente. Odermatt esce da questa rassegna iridata con il marchio del grande protagonista. I vari Kilde, Kristoffersen, Pinturault si sono arresi. Senza se e senza ma.


L’era Odermatt è dunque aperta?
Difficile parlare di era. In passato abbiamo visto grandi campioni dominare per qualche stagione e poi perdere lo smalto e la lucidità. Insomma: confermarsi non sarà facile. Adesso viene il difficile.


A quale sciatore del passato lo possiamo paragonare?
È sempre brutto fare dei paragoni. Così a braccio mi vien da dire Hermann Maier, anche se l’austriaco aveva meno classe di Marco. Ma potrei citare anche Kjus e Kjetil Aamodt. 


Piero Gros: provi a stilare un bilancio di questi campionati del mondo. 
Bel tempo, piste ben preparate, buon pubblico anche se non eccezionale per affluenza e competizioni emozionanti. Direi che da questo punto di vista, il Mondiale è stato OK. Per quanto riguarda gli atleti o le atlete: certamente deludenti la Gisin e la Gut. La ticinese ha fallito per poco la medaglia. E ai Mondiali contano solo quelle. Tutto il resto non vale nulla.

M.A.

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