“All'inizio del 2022”, scrive l'esponente leghista, “la BNS disponeva di un portafoglio investito in valuta estera di 966.20 miliardi di franchi, il 25% in azioni ed il 75% in obbligazioni, molte delle quali con un investimento di lunga durata”. Nel solo mercato borsistico americano, la BNS detiene 2800 titoli, “comportandosi come il gestore di un fondo di investimento. C’è da chiedersi se abbia le competenze e le risorse necessarie a gestire un simile volume di investimenti”.
Oltre a dubitare della validità di questi investimenti, Quadri ricorda che detenere le riserve in valute estere impedisce di investire in società e debitori svizzeri. Visti i risultati negativi e i dubbi sugli investimenti fatti, Quadri chiede al Consiglio federale come valuta la situazione attuale della BNS, se ne condivide la gestione dei rischi, se ritiene che abbia le competenze necessarie per gestire tali volumi di investimenti e come valuta il fatto che le riserve si siano costituite stampando moneta. Infine, viene chiesto se si ritiene opportuno che la BNS detenga la quasi totalità del bilancio in valuta estera e come si giudica l'obiettivo di indebolire il franco svizzero visti i risultati finora raggiunti su questo fronte.
Di seguito il testo integrale dell'interpellanza integrale di Lorenzo Quadri:
Interpellanza al CF
Banca nazionale e gestione dei rischi finanziari
Per i primi 9 mesi dell’anno corrente, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha annunciato un risultato negativo record, di ben 142.4 miliardi di franchi.
Le banche centrali devono disporre di sufficienti riserve per adeguare la politica monetaria. Negli ultimi 15 anni, la BNS ha moltiplicato le proprie riserve stampando moneta. I nuovi franchi stampati sono stati venduti per acquistare euro e dollari con l’intenzione di contrastare la forza del franco.
Ad inizio 2022 la BNS disponeva di un portafoglio investito in valuta estera di 966.20 miliardi di franchi, il 25% in azioni ed il 75% in obbligazioni, molte delle quali con un investimento di lunga durata.
Sulla borsa USA, la BNS investe in quasi 2800 titoli, comportandosi come il gestore di un fondo di investimento. C’è da chiedersi se abbia le competenze e le risorse necessarie a gestire un simile volume di investimenti.
Anche il profilo di rischio pone degli interrogativi, sia per il 25% di azioni che per una cosiddetta “duration” (durata media dell’investimento) delle obbligazioni piuttosto alta, specialmente in un contesto di tassi al rialzo.
Anche detenere quasi il 100% del bilancio in valuta estera rappresenta un notevole rischio. Oltretutto senza valuta svizzera non si può investire in società e debitori elvetici.
L’indipendenza della BNS è sancita dalla Costituzione, tuttavia la Confederazione ha un compito di sorveglianza. Il CF dispone di diversi poteri di nomina e di approvazione. Lo scambio di informazioni tra la delegazione del CF per la politica economica generale e la Direzione generale della BNS si tiene a scadenza periodica.
Chiedo al CF:
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Come valuta il CF la gestione dei rischi da parte della BNS sulle sue riserve?
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La BNS dispone delle risorse e competenze necessarie a gestire l’enorme volume di investimenti sulla borsa USA?
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Come valuta il CF il fatto che la BNS abbia costituito un’importante mole di riserve non già attingendo ai propri proventi, bensì stampando moneta?
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E’ opportuno che la BNS detenga la quasi totalità del bilancio in valuta estera?
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Le enormi quantità di valuta estera sarebbero dovute servire ad indebolire il franco, senza tuttavia ottenere grandi risultati su questo fronte, ne sono però conseguiti dei risultati negativi record. Qual è la posizione del CF al proposito?
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi