Il Consiglio di Stato, su proposta del Dipartimento del territorio (Dt), ha comunicato tramite una nota stampa che, a partire dal 1° gennaio 2023, vi sarà una riduzione dei costi per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) effettuato dall’Azienda Cantonale dei Rifiuti (ACR). Parallelamente vengono ritoccate verso il basso anche le tariffe minime e massime sul quantitativo. In tutti i Comuni ticinesi si passerà dagli attuali 150 franchi a 140 franchi la tonnellata (IVA esclusa). La tassa sul quantitativo per i RSU subirà quindi una diminuzione di 5 centesimi visto che i vari gremi municipali potranno fissare gli importi entro un minimo di 0.85.- e un massimo di 1.15.- franchi per ogni sacco da 35 litri (corrispondenti a 0.17.- e 0.23.- franchi al chilo nei Comuni con la tassa sul peso). Per i sacchi di altre volumetrie gli importi andranno adattati in maniera direttamente proporzionale.
Piccolo grande passo
La gestione e lo smaltimento sempre più virtuosi dei rifiuti solidi urbani, grazie anche alla forte sensibilizzazione da parte del Dipartimento del territorio messa in atto negli ultimi anni, ha permesso in questo difficile momento economico, dove i prezzi dei beni di consumo primari sono saliti vertiginosamente, di diminuire i costi in questo importante ambito. Si tratta di poco, ma in questi tempi dove le bollette sono sempre più care e una famiglia fa fatica ad arrivare a fine mese, ogni centesimo conta.
Alcune cifre
Lo scorso anno, complessivamente, sono state consegnate all’ACR 193'634 tonnellate di rifiuti. All’Impianto Cantonale di Termovalorizzazione dei Rifiuti ne sono state depositate 178'950, di cui 18’524 tonnellate di fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle acque e 1'597 di rifiuti speciali. Va inoltre detto che l’energia elettrica prodotta dal termovalorizzatore ticinese corrisponde al fabbisogno annuale di circa 22'000 famiglie, mentre quella termica ha permesso un risparmio di circa 7,3 milioni di litri di nafta.
Dal MDD