Sport, 28 marzo 2022

Lugano indisciplinato, lo Zugo ti punisce: ora serve un’impresa

Gara-2 ha messo i bianconeri con le spalle al muro: con i Tori non basta giocare alla pari in 5 contro 5. Le penalità sciocche e inutili stanno costando carissime

LUGANO – In un passato che ormai non esiste più, quando a scuola gli studenti si comportavano male, le maestre adottavano delle semplici contromisure: una nota, una punizione e, nei tempi ancora più lontani, mettevano gli studenti indisciplinati dietro la lavagna. Oggi, nel nostro hockey, se eccedi con l’indisciplina vieni direttamente bacchettato. Per avere informazioni dettagliate domandate al Lugano che ieri sera contro lo Zugo ha avuto la controprova di quanto possa costare esagerare nelle penalità e nel giocare con uno, se non due, uomini in meno.
 
 
La storia della serie tra bianconeri e Tori, fino ad ora, sta tutta qui. Se in gara-1 il Lugano era riuscito a portare i campioni svizzeri in carica all’overtime, disputando una gara gagliarda per oltre 60’, andando vicino, vicinissimo al successo (che sarebbe stato decisamente meritato) per poi doversi inchinare a un powerplay e a un errore nel supplementare, ieri in gara-2 alla Cornèr Arena la sfida si è decisa tra il 41’ e il 42’, ovvero nei primi 64” del terzo periodo quando le due penalità inutili di Herburger e di Bertaggia, quando i bianconeri avevano appena trovato il pareggio ed erano carichi di entusiasmo, hanno permesso ai ragazzi di Tagnes di andare a bersaglio con Djoos (in 5c3) e con Herzog (5c4). Insomma: signori, sipario!
 
 
Sì perché poi, hai voglia a voler rimontare contro una corazzata che gioca a ritmo alto, a grande intensità e che ti costringe, soprattutto quando sei sotto, a usare le maniere forti e andarti a sedere sulla panchina dei penalizzati. L’impressione è che lo Zugo sia più squadra, sia più collaudata e con una panchina decisamente più lunga ed affidabile: Zehnder, assente in gara-1, entra e fa doppietta, Fazzini – a citarne uno, non a caso – sparisce una volta iniziati i playoff. E ci tocca ripeterci: signori, sipario! 

 
 
Uno dei grandi problemi emersi fin qui sono gli ingaggi. Se viaggi a una media del 35% di faceoff vinti non vai lontano, specie se la tua idea di gioco è quella di usare al massimo il forecheck con i tre attaccanti, prendendoti dei rischi calcolati con i due dietro. Se ti tocca rincorrere ogni volta, se non riesci a gestire il disco fin dall’ingaggio, allora diventa dura e rischi di pattinare a vuoto, di farti cucinare a puntino, per poi cadere nei momenti chiave e decisivi.
 
 
Ora servirà una vera e propria impresa, perché per pensare di passare il turno servirebbe andare a vincere due volte alla Bossard Arena (a patto di rendere un fortino inespugnabile la Cornèr Arena). E la prima dovrà concretizzarsi assolutamente già domani, altrimenti davvero il sipario sarebbe pronto a calare. Ci attendiamo un cambio nel line-up, con Prince pronto a fare spazio alla fisicità di Josephs (non c’è da spiegare il perché) e col dubbio relativo a Fazzini: la sua assenza sarebbe un grave problema, ma è altrettanto vero che il “Fazz” deve ritrovarsi, perché Arcobello può giocare come sa, ma se ai suoi lati gli altri non lo aiutano… diventa disperatamente dura.

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