Sport, 28 novembre 2021

Quando ACB e Chiasso comandavano in Ticino

Oggi si gioca il derby di Prima Elite. Arno Rossini racconta la rivalità degli Anni ‘80

BELLINZONA - Oggi al Comunale (ore 14.30) si gioca il derby di Prima Promotion Bellinzona-Chiasso. Si tratta del secondo in stagione: il primo si disputò in agosto e lo vinsero i rossoblù (2-1). Da allora, tuttavia, di acqua ne è passata sotto i ponti: sia la squadra sottocenerina che quella granata hanno cambiato guida tecnica (via Raineri e Paiva, dentro Vitali e Aeby); in classifica sta decisamente meglio l’ACB, secondo a 6 punti dal Breitenrain mentre i rivali odierni sono quarti a ben 12 lunghezze dalla capolista.


“Sarà una bella partita – ci dice Arno Rossini, ex giocatore e allenatore del Bellinzona – tengono molto a ben figurare. I granata, secondo me, hanno qualcosa in più e la classifica lo attesta. Ma il Chiasso ha le carte in regola per ben figurare. Credo comunque che la maggior pressione sia sulle spalle degli uomini di Aeby. Hanno come obiettivo la promozione: la proprietà è stata chiara!”.


Per il buon Arno questa sfida ha un sapore speciale visto che in passato è stata molto sentita, in particolare durante gli Anni Ottanta quando le due squadre rappresentavano il Ticino in Super League (che allora si chiamava Lega Nazionale A). A quei tempi, il Lugano arrancava fra i cadetti e lo scettro di regine cantonali era nelle mani di granata e rossoblù. Oggi le cose sono decisamente cambiate.


Arno Rossini: lei di derby contro il Chiasso ne ha giocati parecchi. E nella maggior parte in LNA.
Tanto per contestualizzare: nei primi Anni Ottanta del secolo scorso il Lugano si trovava in grosse difficoltà, tanto che finì in Lega Nazionale B proprio mentre il Bellinzona riuscì nell'impresa di approdare nella massima serie senza perdere una sola partita. Correva l’anno 1980. Giù i bianconeri mentre noi riuscimmo a compiere l'impresa di salire nell'elite nazionale! Vi lascio immaginare lo stato d’animo delle due tifoserie. La rivalità era accesissima, anche se a differenza di oggi, si limitava al campo. Non c’era cattiveria. Il Chiasso, per contro, era già in A e grazie al presidente Parli aveva costruito una squadra che gli aveva permesso di stabilizzarsi a metà classifica. Quando l'ACB salì nella massima categoria, tutti furono contenti: i derby erano salvi. Solo che al posto del Lugano c’eravamo noi.


La famosa squadra dei maestri.
La chiamavano così perché era formata da alcuni insegnanti. Ma era soprattutto una squadra di amici. Pensi che ancora oggi a distanza di tanto tempo ci si trova una volta all'
anno per una cena fra ex compagni. Se ne occupa Claudio Viel, uno che ci tiene tantissimo e che annota su un quaderno il nome dei partecipanti alle serate… 


Quali erano le caratteristiche di quel Bellinzona?
Innanzitutto avevamo un tecnico di grande esperienza, il tedesco di originebalcaniche Milovan Beljin.
Un duro, uno che dava il massimo ma pretendeva tantissimo. Riuscì ad inculcarci una mentalità professionale ma non solo: ci fece crescere anche dal punto di vista tattico. Il resto ce lo mettemmo noi.


E cioè?
Tanto cuore e tanta generosità, unite all’applicazione e al talento di qualche interprete. Ma era il gruppo la vera forza del Bellinzona di allora. Fattore importantissimo: un grande senso di appartenenza. La stragrande maggioranza dei giocatori componenti la rosa era della regione. Allora era così. Oggi le cose sono cambiate...


A proposito di derby col Chiasso: ne rammenta uno in particolare?
Quello del 1980 al Comunale. Se non sbaglio era il primo della nuova stagione. Noi neopromossi, loro già abituati al ritmo della massima serie. Alla fine vincemmo 2-0. Ma la cosa sbalorditiva è che sugli spalti erano presenti oltre seimila spettatori. Numeri incredibili. Oggi nemmeno il Lugano terzo in classifica in Super League riesce a registrare una simile affluenza.


Una vittoria contro pronostico.
I rossoblù erano al secondo anno di LNA. Nel Bellinzona erano pochi i giocatori che avevano avuto un' esperienza nell’elite nazionale. Ricordo che nella squadra rossoblù, allenata dal grande Otto Luttrop, giocavano elementi quali Bernaschina, Preisig, Melgrati, Mohorovic, Bevilacqua e Noseda. Un avversario di qualità!


Anche voi, però, non scherzavate.
Buttammo il cuore oltre l’ostacolo e nei venti minuti finali riuscimmo a colpirli con Viel e Ivan Parini, un attaccante che al Comunale ha fatto la storia. Alla fine grande festa in città, come sempre accadeva quando il Bellinzona vinceva. Le due squadre stazionarono a lungo in zona relegazione ma al termine di un campionato tosto e rognoso si salvarono ai danni dello Chênois.


Per la cronaca: il Bellinzona arrivò dodicesimo (su 14 squadre) con 19 punti, il Chiasso lo segui a ruota con 18. A retrocedere in LNB fu lo Chênois, che di punti ne realizzò 15. Oggi la squadra ginevrina milita in Seconda Lega Regionale.

MDD

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