TICINO - I deputati della Lega dei Ticinesi – Boris Bignasca, Andrea Sanvido, Daniele Piccaluga, Maruska Ortelli, Stefano Quadri e Sem Genini – hanno depositato un’interrogazione chiedendo spiegazioni al Governo. Il motivo? La bandiera del Consiglio d’Europa esposta in occasione del 5 maggio è identica a quella dell’Unione Europea, e per molti ticinesi rappresenta un simbolo divisivo e politicamente controverso.
Secondo i firmatari, l’UE è percepita da larga parte della popolazione come un’entità burocratica lontana, spesso ostile agli interessi del nostro Cantone. Viene citato il dumping salariale strutturale, la perdita di identità culturale e l’erosione dell’autonomia decisionale del Ticino come esempi concreti degli effetti negativi delle politiche europee.
Ma non solo: anche il Consiglio d’Europa, di cui fa parte la Svizzera, è finito nel mirino della Lega. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), organo del Consiglio, è accusata di adottare decisioni che ostacolano l’espulsione di stranieri criminali, compresi stupratori condannati.
Alla luce di queste considerazioni, la Lega chiede al Consiglio di Stato:
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Perché si espone ancora la bandiera del Consiglio d’Europa?
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Esiste un obbligo formale o si tratta di una libera scelta?
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È possibile commemorare la ricorrenza in altro modo, senza usare un simbolo così ambiguo?
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Esporre quella bandiera equivale a condividere le decisioni della CEDU?
L’interrogazione solleva dunque una questione simbolica, ma anche profondamente politica: a chi vogliamo mostrare la nostra appartenenza?