Ticino Manufacturing prende posizione in merito a diverse informazioni e accuse mosse negli scorsi giorni da varie parti. Questi sono in gran parte privi di fondamenta e ignorano realtà che meritano di non essere dimenticate, poiché contribuiscono da decenni al benessere del nostro cantone. Grazie al CCL firmato si conferma che nessun lavoratore si trova in una situazione peggiorativa. Al contrario, il contratto prevede diversi benefit, un concetto meritocratico che tiene conto della formazione e dell’anzianità e un’indennità di residenza per i lavoratori residenti. Visti i tempi dell’introduzione della legge sul salario minimo e la concomitanza con la pandemia, sarebbe stato inevitabile procedere a licenziamenti di massa che avrebbero coinvolto non solo la minoranza dei collaboratori senza qualifiche, ma anche quei profili qualificati o altamente qualificati direttamente legati all’attività delle imprese.
L’entrata in vigore del salario minimo a livello cantonale ha posto alcune aziende – storicamente legate al settore manifatturiero ticinese da decenni – con le spalle al muro, pur se il salario minimo si applica per la gran parte al settore dei servizi. Le difficoltà di adattamento alla soglia unica definita dal Gran Consiglio sono state annunciate in più riprese nella fase di avvicinamento all’entrata in vigore della relativa legge. Di fronte alla complessa situazione, i membri di Ticino Manufacturing sono stati costretti a cercare delle soluzioni per evitare che l’entrata in vigore della soglia minima mettesse in pericolo l’esistenza stessa delle aziende e i molti posti di lavoro – la maggior parte dei quali con salari superiori alla soglia minima definita dal GC. Nel rispetto della legge e nello spirito del partenariato sociale, la soluzione trovata attraverso questo CCL, definito dopo un intenso dialogo con le parti interessate, è stata raggiunta al fine di:
- Preservare a medio - lungo termine la produzione in Ticino, ciò che con l’entrata in vigore del salario minimo nei tempi e nei modi previsti – e la situazione COVID che ha eroso le riserve delle aziende – sarebbe stato semplicemente impossibile per aziende che hanno storicamente una determinata componente di lavorazioni manuali in fabbrica e che non possono essere automatizzate.
- Preservare tutti (!) i salari attualmente in vigore (art. 15 cpv. 2 CCL) e permettere adeguamenti verso l’alto in base a qualifiche, anzianità, indice dei prezzi e situazione sui mercati. Da notare che delle 12 soglie minime contemplate dal CCL la metà si trovano al di sopra il salario minimo cantonale, mentre la maggior parte dei collaboratori delle aziende sono già oggi sopra la soglia minima.
- Garantire una clausola moderna e innovativa, relativa all’indennità di residenza (art. 4 cpv. 9 CCL), ciò che attualmente nessun altro CCL contempla. Questa permette di tenere conto delle particolari necessità dei dipendenti residenti.