Ticino, 08 giugno 2021

Turismo invernale, gode soltanto il Ticino

In Svizzera, il settore alberghiero ha registrato 9,4 milioni di pernottamenti durante la stagione turistica invernale (da novembre 2020 ad aprile 2021). Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il decremento è pari al 26,4% (–3,4 mio. di pernottamenti). La domanda degli ospiti stranieri ha subito un crollo del 70,1% (–4,4 mio.), registrando un totale di 1,9 milioni di pernottamenti. La domanda indigena, dal canto suo, è progredita del 16,5% (+1,1 mio.), fino a raggiungere i 7,5 milioni di pernottamenti. È quanto emerge dai risultati provvisori dell’Ufficio federale di statistica (UST).
 

Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando gli effetti della COVID-19 non erano ancora tangibili in Svizzera, nei mesi della stagione turistica invernale tra novembre (–57,0%) e febbraio (–39,9%) la domanda è rimasta fortemente negativa. A partire da marzo i pernottamenti hanno conosciuto un’impennata (+47,1% in marzo; +801,8% in aprile) rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, quando erano state introdotte le restrizioni sanitarie più drastiche. Tuttavia, la domanda è rimasta nettamente al di sotto di quella di marzo (–44,2%) e di aprile (–26,5%) del 2019.    
 

Cali molto forti della domanda estera
 

La domanda estera si è mantenuta fortemente negativa nel corso di tutta la stagione invernale, con una contrazione del 70,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo più netto, pari all’83,0%, è stato registrato in novembre. La situazione è perdurata da dicembre a febbraio, ogni mese con una diminuzione della domanda di quasi l'80%. In marzo, il calo della domanda si situava a –25,9%, o a –76,5% se riferito a marzo 2019. In aprile l’aumento della domanda estera ha raggiunto il 471,3%. Questo risultato va ricondotto ai pernottamenti degli ospiti stranieri, praticamente nulli nel mese di aprile del 2020. A titolo di paragone, tra aprile 2019 e aprile 2021 si è osservato

un calo del 78,6%.
 

Andamento positivo della domanda indigena
 

Mentre nei mesi di novembre (–29,1%), dicembre (–17,2%) e gennaio (–37,4%) la domanda svizzera si manteneva a livelli fortemente negativi, a febbraio se ne è constatata una ripresa (–4,0%). Dal mese di marzo ha fatto un balzo in avanti del 103,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, pur rimanendo inferiore del 9,1% in confronto a marzo 2019. Questa tendenza si è protratta fino ad aprile 2021, con un aumento del 916,9% rispetto ad aprile 2020. L’aumento rispetto ad aprile 2019 è del 40,2%.
 

Forte calo della domanda nelle regioni urbane
 

A livello di regioni turistiche, nella stagione turistica invernale dodici su tredici hanno registrato un calo dei pernottamenti rispetto alla stessa stagione dell’anno precedente. A essere particolarmente toccate sono state le regioni urbane: Ginevra (–67,6%), la Regione Zurigo (–62,6%) e la Regione Basilea (–55,6%) sono quelle che hanno registrato le contrazioni della domanda più marcate. Soltanto il Ticino ha conosciuto una spiccata crescita dei pernottamenti (+88,4%). Rispetto alla stagione invernale 2018/2019, i pernottamenti hanno segnato un aumento del 10,6%. 
 

A generare la progressione in Ticino (+209,0%) nella stagione invernale 2020/2021 è stata la domanda indigena. In altre sei regioni turistiche si è osservata una crescita della domanda della clientela svizzera nella stagione in esame. Gli aumenti più consistenti sono quelli della Regione Lucerna / Lago dei Quattro Cantoni (+36,6%), della Regione Berna (+31,7%), del Vallese (+25,2%) e dei Grigioni (+21,7%). Queste regioni presentano inoltre un livello della domanda indigena superiore rispetto a quello della stagione invernale 2018/2019. Infine, la domanda estera si è fortemente contratta in tutte le regioni turistiche, spaziando tra il –80,2% della Regione Zurigo e il –46,9% del Ticino
 

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