Svizzera, 14 aprile 2021
"I test 'fai da te' dei frontalieri non siano a carico della Svizzera"
Il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha inoltrato oggi una mozione al Consiglio federale in cui chiede che i costi dei test “fai da te” dei frontalieri attivi in Svizzera siano messi a carico dei rispettivi paesi di provenienza.
Secondo Quadri per recuperare la somma spesa per i test dei frontalieri i Cantoni possono attingere ai ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri, che vengono versati nell’ambito delle rispettive Convenzioni con i paesi di residenza dei frontalieri."La Lega – si legge nel testo della mozione - è quindi indubbiamente favorevole ai tamponi a tappeto ed è la prima a riconoscerne l’importanza. Ma se testare è importante, è tuttavia altrettanto importante che i costi dei test ricadano sui soggetti giusti. Non è sostenibile che il contribuente elvetico sia sempre tenuto a pagare per tutti".
Facendo un rapido calcolo, Quadri valuta in circa 4 milioni per il canton Ticino e 60 milioni per l'intera Svizzera i costi mensili dei test "fai da te" ritirati dai frontalieri. "È palese che questo importante costo non può semplicemente essere accollato ai cittadini svizzeri. A maggior ragione in tempi di crisi finanziaria", conclude l'esponente della Lega.
Di seguito il testo integrale della mozione inoltrata da Lorenzo Quadri al Consiglio federale.
Mozione al Consiglio federale
I test “fai da te” dei frontalieri non devono essere a carico dei cittadini svizzeri
Testo
Il Consiglio federale è incaricato di stabilire che i costi (spesa potenziale: 20.7 milioni di Fr al mese) dei test “fai da te” ritirati dai frontalieri in Svizzera vanno recuperati presso i paesi di provenienza.
Motivazione
Dal 7 aprile è possibile ritirare nelle farmacie i test “fai da te” per il rilevamento del coronavirus.
Già

prima di Natale la Lega dei Ticinesi ha sollecitato - sia a livello federale che cantonale - una strategia di test di massa, al fine di contenere i contagi. La Lega è quindi indubbiamente favorevole ai tamponi a tappeto, ed è la prima a riconoscerne l’importanza.
Se testare è importante, è tuttavia altrettanto importante che i costi dei test ricadano sui soggetti giusti. Non è sostenibile che il contribuente elvetico sia sempre tenuto a pagare per tutti.
Il Consiglio federale prevede che i tamponi “fai da te” (5 al mese) siano gratuiti - ovvero: a carico della collettività - non solo per i residenti in Svizzera, ma anche per i frontalieri (oltre che per i cittadini di Campione d’Italia).
I conti sono presto fatti: un test costa 12 Fr. Per cinque test al mese, fanno 60 Fr al mese. Moltiplicando per 70'115 frontalieri, si arriva ad un totale di 4'206'900 Fr al mese. Questo solo in Ticino.
Il problema riguarda però tutte le zone di confine. In Svizzera i frontalieri sono circa 345mila. 60 fr al mese (costo di cinque test) per 345mila permessi G equivale ad una spesa mensile di 20,7 milioni di Fr.
E’ palese che questo importante costo non può semplicemente essere accollato ai cittadini svizzeri. A maggior ragione in tempi di crisi finanziaria.
Con la seguente mozione chiedo al CF:
Di stabilire che i costi dei test “fai da te” ritirati dai frontalieri in Svizzera vanno messi a carico dei rispettivi paesi di provenienza;
Di autorizzare/incaricare i Cantoni di recuperare la totalità della spesa sostenuta dall’ente pubblico per i test “fai da te” dei frontalieri deducendola dai ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri che vengono versati nell’ambito delle rispettive Convenzioni con i paesi di provenienza (per il Ticino, quella del 1974).
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi