Opinioni, 22 marzo 2021

Quel disagio giovanile che deve far riflettere

La recente cronaca giudiziaria indica un aumento di atti di violenza che toccano soprattutto i giovani o giovanissimi. Oltre alle aggressioni di questi ultimi mesi, sfociate in incarti penali con tanto di fermi, vi sono da più parti campanelli di allarme che indicano come il disagio sia in forte aumento. Gli operatori del settore sono concordi nell’affermare che la situazione è preoccupante e la stampa si è chinata a più riprese sulla problematica. I recenti fatti avvenuti alla Foce di Lugano confermano, purtroppo, questa tendenza.

Se da un lato ho provato una forte indignazione per le immagini viste perché credo che nessuna situazione, mai, possa giustificare la violenza gratuita contro le forze dell’ordine, dall’altro credo che le forze politiche debbano riflettere seriamente e cercare delle soluzioni.

Per questi motivi, con i colleghi Fiorenzo Dadò e Nicola Corti, ho inoltrato negli scorsi giorni una mozione al Consiglio di Stato che chiede di organizzare con la massima urgenza un “tavolo di lavoro” efficace e concreto che coinvolga più profili e più attori al fine di trovare un approccio trasversale e condiviso al problema del crescente disagio giovanile e che presenti un Rapporto comprensivo di misure efficaci e immediatamente applicabili.

Il tema però, oltre che coinvolgere le autorità politiche cantonali deve coinvolgere
anche quelle comunali e non solo per arginare l’attuale disagio psicologico. Quanto sta accadendo deve portare la politica ad interrogarsi anche sulle sfide future che riguardano le nostre città e sulla priorità da dare ai progetti. Infatti, il primo insegnamento che si può trarre da quanto sta accadendo e che i giovani hanno bisogno più di chiunque altro di socializzare e che l’aggregazione è un punto fondamentale per il benessere psicologico delle future generazioni. Si tratta, anche in futuro, di voler dare la giusta importanza al tema. Prendendo proprio spunto da questo presupposto, per quanto riguarda Lugano, è immaginabile ampliare l’offerta dei centri giovanili, sia per quanto riguarda l’offerta delle attività, che per gli spazi che per le fasce di età interessate. Anche le attività sportive all’aria aperta, campi da pallacanestro o calcio sono punti di ritrovo importanti. Il beneficio sarebbe poi doppio, oltre ad essere delle misure a beneficio della salute psicologica dei nostri giovani sono degli importanti aiuti alle famiglie con entrambi i genitori che lavorano e per le famiglie monoparentali.

La pandemia prima o poi finirà, starà a noi decidere di trarre il massimo insegnamento dal difficile momento che stiamo vivendo.

Sabrina Aldi
Granconsigliera e candidata al Municipio di Lugano per la Lega dei ticinesi

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