*Comunicato stampa Giorgio Ghiringhelli
Quando 10 anni fa ideai e lanciai l’iniziativa “antiburqa” in Ticino , dissi subito che l’obiettivo principale era quello di fare scuola in Svizzera. Oggi posso dire : “Missione compiuta” ! Pur avendo contro tutto l’establishment politico, il popolo e i Cantoni hanno dato un chiaro segnale di resistenza contro l’islamizzazione della Svizzera , e allo stesso tempo hanno dato una tirata d’orecchi al Governo, al Parlamento e a quella maggioranza di partiti che si erano opposti all’iniziativa con il pretesto che le donne con il velo integrale in Svizzera erano solo poche decine, dimostrando così di non aver capito che in ballo vi era una questione di principio e non di numeri, e che la posta in palio era ben più importante della semplice identificazione dei visi , dal momento che si trattava di scegliere il tipo di società in cui vogliamo vivere e che vogliamo trasmettere alle future generazioni.
La massiccia adesione dei Cantoni in tutte le regioni linguistiche ha dato ragione a coloro che propugnavano una soluzione nazionale anziché federalista , ritenendo che la difesa di certi principi universali non fosse una scelta da lasciare ai singoli Cantoni.
A beneficiare della scelta di una società basata sulla democrazia e sulla parità dei sessi, e non sulla teocrazia e sulla misoginia, saranno anche gli uomini e non solo le donne : ma quest’ultime avranno un motivo in più , e non solo in Svizzera ma in tutto il mondo musulmano , per festeggiare l’8 marzo la giornata internazionale della donna, in barba a quelle pseudofemministe rosse (di vergogna) e verdi (di rabbia)