BELLINZONA - Conferenza stampa quest'oggi a Bellinzona, ma diversamente a quanto accade negli ultimi mesi, non si parla di Covid, bensì della notizia del giorno, ovvero la firma dell'accordo fiscale tra Svizzera e Italia. Presenti Ignazio Cassis, Capo del Dipartimento federale degli affari esteri, Norman Gobbi, Presidente del Consiglio di Stato, Christian Vitta, Direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia e Daniela Stoffel, Segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali del Dipartimento federale delle finanze (DFF).
Gobbi: "Il Ticino non si è mai rassegnato e ha sempre lavorato"
"Poco più di due mesi fa a Castel Grande Ueli Maurer ventilò un'imminente conclusione dei sindacati e la firma dell'accordo. Vogliamo suggellare un importante, auspichiamo decisivo, passo verso la sostituzione del vecchio accordo. Il Consiglio di Stato ha preso atto con soddisfazione della firma dell'accordo che una volta ratificato dai Parlamenti sostituirà quello vetusto del 1974, finalmente"
"La firma di questo accordo chiude un ciclo iniziato oltre 10 anni orsono, che ha pesato in modo negativo sui rapporti con la vicina Italia. Dopo il parafo dell'accordo cinque anni fa pareva di arrivare all'agognata firma e nella classe politica federale sembrava esserci una disillusione di arrivare a una conclusione a breve termine. Il Ticino non si è mai dato per vinto, continuando a lavorare nell'interesse dei suoi cittadini, col Consiglio Federale, per sbloccare la situazione di stallo del Governo italiano. Ricordiamo l'azione con la Regione Lombardia, per dare soluzioni alternative ai negoziatori per togliere gli ostacoli che impedivano la firma. Fa paicere che le principali richieste contenute nella missiva del 30 aprile scorso di Vitta e Fontana sono state accolte, permettendo di tutelare il mercato del lavoro ticinese e le finanze del Canton Ticino, in un momento particolarmente delicato".
"Un obiettivo particolarmente sostenuto è la trattenuta dall'80% delle imposte sui nuovi frontalieri e il 100% sui vecchi. Ringrazio Ueli Maurer, dal cui Dipartimento dipendono i negoziati, e i negoziati, per essere riusciti a concludere il negoziato in tempi brevi".
"Sul casellario siamo pronti a discutere, ma abbiamo sempre detto che volevamo delle alternative che dessero la stessa tutela a livello giuridico, non ce ne sono arrivati".
Cassis: "C'era malessere, ora è un capitolo chiuso"
"Questa mattina Svizzera e Italia hanno firmato a Roma un importante accordo. Lo è per due ragioni: per il valore simbolico di una firma in tempi stretti, come avevamo annunciato nei mesi scorsi, e perchè regola una questione giuridica aperta da diversi anni. Ora abbiamo la certezza e la prevedibilità del diritto".
"Da quando sono in Consiglio Federale, il Dipartimento degli Affari Esteri, ha lavorato molto per dare risalto al peso politico, economico, commerciale della Svizzera con l'Italia di questa firma. La mia prima visita all'estero fu in Italia, a Roma, dove incontrai Alfano per cercare di smuovere le acque. Poi ricevetti in visita a Lugano Moavero Milanesi, col quale cercammo di dare un'ulteriore spinta alla firma dell'accordo. Nel giugno di quest'anno mi sono incontrato con l'attuale Ministro, Luigi Di Maio, potendo avere un impegno politico da parte sua, era presnete anche il Presidente del Consiglio di Stato. È con particolare fierezza e contentezza che sono qui".
"Come spesso capita tra vicini stretti i rapporti bilaterali sono dati per scontati e un po' trascurati. Grazie al nostro impegno il Governo italiano e anche il nostro hanno capito l'importanza delle relazioni con l'Italia. Parliamo di un rilancio globale. Siamo il secondo paese italofono al mondo e la parte italiana è fondamentale per la Svizzera. Ma Svizzera e Italia condividono molto di più di una frontiera comune, abbiamo una kiriade di legami economici, scientifici, politici, familiari, umani. Un esempio: Svizzera e Italia scambiano bene e servizi per un valore complessivo settimanale di un miliardo di franchi svizzeri, l'Italia è il terzo partner commerciale del nostro paese. C'è un elevato grado di integrazione transfrontaliero, pensiamo al Ticino e la Regio Insubrica, va tutelato. Il momento della pandemia ha mostrato ancora l'importanza dei rapporti tra i due paesi. La Svizzera durante la fase cruciale della prima onda ha sostenuto l'Italia, come con la spedizione di materiale medico-sanitario, poi particolarmente apprezzato è stato il coordinamento della riapertura delle frontiere (ricordiamo la visita di Di Maio a Chiasso). La stretta collaborazione negli sforzi per contenere la pandemia ha dato più consapevolezza dell'importanza dei rapporti tra i due paesi e della Svizzera con l'UE. Abbiamo creato un momentum per un nuovo dinamismo".
"Il Consiglio Federale ha sfruttato il momentum, raggiungendo diversi successi, non solo quello di oggi. Il compimento positivo è un tassello nel mosaico più ampio delle nostre relazioni, permette di risolvere un problema che ha inibito ulteriori possibilità di collaborazioni. C'era un malessere profondo per uno stallo sull'accordo, oggi possiamo definirlo concluso".
"L'accordo prevede diverso miglioramenti rispetto a quello attuale, la signora Stoffel ve li spiegherà. Voglio sottolineare che l'intesa si basa sulla reciprocità, che non c'era nella prima bozza parafata. C'è un compromesso coi regimi fiscali, tra quelli sui vecchi frontalieri e quello sui nuovi, che può essere una base