Il numero di casi di HIV dichiarati nel 2019, ossia 421, è per la terza volta nettamente inferiore al valore soglia di 500 casi. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ipotizza che vi sia stata un’inversione di tendenza intorno al 2008. In un confronto internazionale, la Svizzera è molto più avanti di altri Paesi nel raggiungimento degli obiettivi delle Nazioni Unite sui test e sulle terapie per l’HIV. Riguardo alle altre malattie sessualmente trasmissibili, le cifre sono stabili per la sifilide, mentre per la gonorrea e la clamidia l’UFSP segnala un aumento dei casi, tuttavia in gran parte legato ai maggiori test effettuati.
In Svizzera il numero di diagnosi di HIV dichiarate, in calo dal 2002, ha continuato a diminuire nel 2019. Per la terza volta dallo scoppio dell'epidemia di HIV all'inizio degli anni ‘80, sono stati dichiarati all'UFSP meno di 500 casi all'anno, contro in media 1 300 casi negli anni ‘90.
La Svizzera è nettamente più avanti di altri Paesi riguardo agli obiettivi HIV
La Svizzera si trova molto meglio piazzata di altri Paesi per quanto concerne gli obiettivi delle Nazioni Unite per il cosiddetto obiettivo «90-90-90», che per il 2020 prevede che: il 90 per cento di tutte persone con infezione da HIV abbia ricevuto una diagnosi (in Svizzera sono il 93 %), il 90 per cento delle persone che ha ricevuto una diagnosi sia sottoposto a una terapia farmacologica (in Svizzera sono il 97 %) ed il 90 per cento delle persone trattate abbia raggiunto l'obiettivo terapeutico e abbia una carica virale talmente bassa da non poter contagiare più nessun altro (in Svizzera sono il 96 %). La Svizzera ha superato tutti gli obiettivi.
Il calo significativo delle nuove diagnosi di HIV, registrato da alcuni anni, e l'ottimo risultato raggiunto nell'obiettivo «90-90-90» riflettono l'efficacia della prevenzione in Svizzera. Tra le attività