“Hirschi è un fenomeno, ne vedremo delle belle!”, afferma con entusiasmo Daniel, che il Mattino della Domenica ha sentito al telefono domenica scorsa subito dopo la Liegi-Bastogne-Liegi.
Daniel Gisiger: si aspettava Hirschi subito protagonista fra gli Elites?
Non ho mai avuto dubbi che Marc potesse recitare un ruolo di primo piano sin dall’esordio nella categoria. Basta ricordare, a questo proposito, il suo piazzamento a San Sebastian nel 2019. Poi è stato un crescendo di prestazioni e risultati. Lui ha tanta qualità. In particolare è un ragazzo coraggioso, che quando c’è da andare va, senza speculare troppo…
Lei è stato uno dei suoi maestri.
Lui ha fatto tanta esperienza in pista e questo secondo me è stato fondamentale per la sua formazione. Quando è entrato nel mio team della pista ha potuto perfezionare certi aspetti quali la gestione della velocità e dello stress. Marc comunque è uno che già da ragazzo si distingueva dagli altri…
In che senso?
Non si accontentava soltanto dei consigli o degli insegnamenti dell’allenatore di turno. Ma chiedeva, si informava, non si accontentava mai. Voleva sapere tutto. Era curioso e a volte anche…pedante. Gli altri ascoltavano, lui ascoltava e domandava…
Da ragazzo vinceva tutto…
Lo vidi correre giovanissimo una corsa regionale.
Partì al comando dopo pochi chilometri e arrivò al traguardo con distacchi abissali sui rivali. Il tutto con estrema facilità. Un corridore nato… E sa una cosa? Lui ha vinto in età juniores e Under 23 titoli europei e mondiali eppure non si è mai montato la testa. È rimasto umile e concentrato sempre sull’obiettivo del giorno dopo…
A proposito di umiltà: l’approccio di Hirschi alla sua squadra, la Sunweb, è stato decisamente positivo.
Certo, perché lui è un ragazzo intelligente. Che ha capito che avrebbe dovuto mettersi a disposizione del gruppo e non il contrario, visto il suo curriculum. Marc ha imparato presto le regole del ciclismo d’elite. In gruppo è rispettato e temuto. Un altro segno della sua maturità.
A proposito di umiltà: l’approccio di Hirschi alla sua squadra, la Sunweb, è stato decisamente positivo.
Certo, perché lui è un ragazzo intelligente. Che ha capito che avrebbe dovuto mettersi a disposizione del gruppo e non il contrario, visto il suo curriculum. Marc ha imparato presto le regole del ciclismo d’elite. In gruppo è rispettato e temuto. Un altro segno della sua maturità.
Tanti l’hanno definito un fenomeno. Come Remco Evenepoel.
Non so se si tratti o meno di un fenomeno. Il tempo lo dirà. Di certo come Remco ha cominciato a vincere presto, e in passato sono pochi quelli come loro. Eddy Merckx, che ha 20 anni vinse la Milano-Sanremo. Detto questo non vorrei si pensasse che sto facendo dei paragoni. Assolutamente no. Sono altre epoche, altro ciclismo. Oggi si corre in modo diverso. Ma Hirschi ed Evenepoel sono certamente dei corridori che hanno qualità la media. Ma ci sono anche Pogacar, Van Art e Bernal che meritano di essere citati.
Corridore da classica e anche da grandi giri?
In questo momento Hirschi può vincere su tutti i terreni possibili. Ha vinto una classica, si è piazzato ad un Mondiale e al Giro di Francia ha provato ad andare in fuga ed in salita si è difeso bene. Non ha corso per la classifica ma non è detto che in futuro non decida di concentrarsi anche su quello. Sono convinto che abbiamo di fronte un corridore universale. Per il ciclismo svizzero sarebbe fantastico.
Hirschi è uno dei prodotti della scuola svizzera di ciclismo…
Negli ultimi anni si è lavorato molto sulla formazione e credo che i risultati siano lì sotto gli occhi di tutti. Non c’è solo Marc ma altri corridori di talento. Cito Mäder o Bissegger. Direi comunque che il bernese ci abbia messo anche e parecchio del suo. Ma prepariamoci: sono convinto che il bello debba ancora venire!
M.A.