Ticino, 08 settembre 2020

"Quando l’assistente sociale ti “rovina” l’esistenza…"

*Dal Mattino della Domenica

Capita che un signore s’innamori di una donna problematica, ci faccia una bambina un giorno, dopo tanti“contrasti” domestici, separarsi a pochi mesi dal matrimonio. Succede, poi, che la signora si veda affidare un assistente sociale. Che in teoria, e secondo la legge, dovrebbe aiutarla uscire dai guai e se possibile indirizzarla verso una nuova e migliore vita. A questo punto, però, il mondo si rovescia: non solo l’assistente sociale non compie il proprio dovere, come afferma il cittadino che si è rivolto al nostro giornale per denunciare gli accadimenti, addirittura condiziona la vita della signora questione, della figlia e indirettamente anche quella del nostro interlocutore, un cittadino straniero che vive da anni in Svizzera ed ha sempre rispettato le nostre regole, senza mai approfittare niente e di nessuno, lavorando duro e onestamente. Bene inserito e bene integrato, per farla breve. La sua storia è piena di sofferenza, tristezza, soprattutto fatto che non può crescere la sua bambina ma soprattutto perché teme per il futuro della stessa, visto che la madre, vive costantemente balia dell’alcool e, pare, della droga.

 

“Quando la conobbi – dice Ivan, da noi sentito al telefono nei giorni scorsi - mi sembrava una persona per bene. Sapevo che aveva avuto delle brutte esperienze passate ed aveva già avuto un figlio da un altro uomo. Ma non me importava nulla. Purtroppo però da quando la nostra bambina è nata tre anni fa, la situazione è radicalmente cambiata e pian piano sono emersi stati d’animo suoi che non avevo mai conosciuto. E pensare che avremmo dovuto sposarci. A quel punto ilrapporto si è fatalmente incrinato e dopo diverse peripezie, dopo diversi problemi, ci siamo lasciati. Per me si è trattato di un brutto momento, perché ho sempre voluto una famiglia….”.

Il peggio doveva ancora venire.
 

“ Esatto – afferma il nostro interlocutore – Lei

ha perso la testa ed ha cominciato a bere. Addirittura, mi dicono amici comuni, a drogarsi. Una situazione inaccettabile, visto e considerato chemia figlia vive con lei. Lo scorso anno per un paio di volte è stata vista in giro completamente ubriaca e dopo le debite segnalazioni la polizia ha finalmente deciso di controllare i suoi movimenti. Sì, perché in un paio di circostanze io sono andato a casa sua ed ho trovato mia figlia sola, nuda e con dei segni di percosse in corpo. La polizia ha fotografato anche il suo appartamento. Una cosa indecente. Sporco, puzzolente, in disordine. Mi sono chiesto: ma dove vive la mia bambina?”.

 

A quel punto Ivan si è rivolto agli avvocati. “Volevo far valere i miei diritti e soprattutto volevo tutelare mia figlia, cercando l’affidamento di fronte ad un situazione decisamente grave. Faccio notare che la pretura mi permette di vederla solo due volte al mese per un totale di due ore in un istituto protetto. Una miseria, per una persona che vuole stare vicino alla sua creatura”.
 

Ma non era ancora finita. “ No, perché l’assistente sociale della mia ex, anziché consigliarle il meglio me l’ha messa contro, al punto che lei è diventata succube di quel signore e fa tutto ciò che vuole lui. Una situazione davvero triste! Avanti di questo passo, con una madre irresponsabile ed un assistente sociale che non fa veramente nulla di concreto per aiutarla, cosa ne sarà di mia figlia?”
 

Ivan però non demorde. “ Se sarà necessario andrò fino all’ultima istanza possibile per tutelare i diritti di mia figlia. Sinora ho preso tre avvocati e nessuno è stato in grado di risolvere il mio problema. Ma non mollo: sono sicuro di avere ragione e soprattutto di avere un motivo validissimo per cui lottare”.
 

*Edizione del 6 settembre 2020


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