Sport, 16 luglio 2020
Tra rinvii, U21 e COVID-19: il calcio svizzero e le sue contraddizioni
Dallo Zurigo passando per il GC, fino ad arrivare allo Xamax: la gestione della ripartenza dei campionati fa sempre più parlare e si fa criticare
LUGANO – Ripartire o non ripartire col calcio giocato. Era questo uno dei tanti interrogativi che nel nostro Paese in molti si ponevano in piena pandemia coronavirus. Sì perché se tutti gli altri sport erano stati fermati interrompendo le stagioni sul più bello – l’esempio più lampante riguarda i campionati di hockey interrotti al momento dei playoff – il mondo pallonaro è sempre rimasto in bilico tra chi avrebbe preferito chiudere baracca e burattini (Sion e Lugano) e chi spingeva per la ripresa delle competizioni, sospinti da interessi non solo sportivi ma soprattutto economici.
Alla fine il Dio denaro, come spesso accade, ha avuto la meglio e così un mese fa il sipario sui campionati di Super League e di Challenge (dove però sono stati bloccate le retrocessioni) si è alzato al ritmo incalzante di una partita ogni 3 giorni. Peccato che la SFL, a differenza delle altre Federazioni che hanno ridato il via libera alle partite, non abbia preso tutte le precauzioni del caso arrivando a vivere un campionato ormai falsato come quello che stiamo vivendo in questi ultimi giorni.
Le positività al COVID-19 di Kryeziu e in seguito di altri compagni di squadra dello Zurigo, di alcuni componenti dello staff tecnico e dirigenziale (anche il presidente Canepa è risultato positivo), aggiunte a quelle di alcuni componenti del GC e di

un giocatore dello Xamax hanno sollevato il coperchio da un pentolone che ora rischia di diventare incontrollabile.
Le mancanze da addebitare alla SFL sono molte. Prima fra tutte quella di non aver reso obbligatorio il tampone a ogni giocatore con una certa regolarità – come avviene ancora adesso in Italia, in Inghilterra e come è avvenuto in Germania – fino ad arrivare all’assurda non decisione di stabilire una quarantena solo per gli individui comprovatamente positivi, ma bensì per l’intera squadra.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il Basilea ha affrontato lo Zurigo sceso in campo con l’U21, falsando in qualche modo la corsa al titolo e alle zone europee, lo Xamax è stato fermato dal medico cantonale per 24 ore (come se questo bastasse) e affronterà il Sion soltanto questa sera (quando il match era previsto per la serata di ieri), mentre il Chiasso ha comunque sfidato il GC che non ha sottoposto i suoi giocatori al tampone.
Si parla tanto di prevenire, di agire in maniera considerata e in anticipo, ma in realtà tutto il calcio elvetico sta vivendo questo finale di stagione con apprensione – ne va della salute stessa dei calciatori, degli staff tecnici e delle famiglie – e col punto interrogativo se questo campionato vedrà mai la sua fine naturale.
I misteri del calcio elvetico…