Mondo, 09 luglio 2020

Da Rushdie a J.K. Rowling: 150 intellettuali contro la "cultura gogna" della sinistra

150 personalità tra intellettuali, scrittori, artisti e pensatori ha firmato una lettera per denunciare quella che ritengono essere un clima di "gogna pubblica e ostracismo", di un "dibattito pubblico e della tolleranza delle differenze", messi in pericolo dal "conformismo ideologico". Detto in altri termini, queste persone, tutti quanti più o meno apertamente di sinistra, criticano il loro stesso campo per aver creato un ambiente in cui qualsiasi critica o deviazione dall'ortodossia di sinistra viene silenziata con minacce e campagne di boicotaggi.

Tra i firmatari della lettera aperta, pubblicata sul magazine Harper's, ci sono nomi ben conosciuti quali Noam Chomsky, Roger Cohen, Francis Fukuyama, il campione di scaccchi Garry Kasparov e Margaret Atwood. Oltre a questi, anche J.K. Rowling, duramente criticata di recente per le per sue affermazioni sui transessuali, e Salman Rushdie, costretto a nascondersi per anni a causa della fatwa
contro i suoi 'Versetti satanici'.

L'appello nasce dal clima nato dopo le proteste per la morte dell'afroamericano George W. Floyd, che ha scatenato un'onda emotiva di cancellazione del passato scomodo (quello schiavista, piuttosto che razzista o omofobo) e, per estensione, chiunque critichi o attacchi questa onda emotiva e distruttrice. 

Il gruppo di intellettuali ha voluto celebrare nella missiva "le richieste più ampie di maggiore uguaglianza e inclusione nella società" scaturite dalle recenti proteste per la giustizia razziale, sottolineando però che oltre a queste si è "intensificata una nuova serie di atteggiamenti morali e impegni politici che tendono a indebolire le nostre norme di dibattito aperto e tolleranza delle differenze a favore del conformismo ideologico".

Una deriva, quest'ultima, che gli intellettuali respingono, esortando a rifiutare la chiusura in dogmi, censura e coercizione. "Le forze dell'illiberismo
stanno guadagnando forza nel mondo, e hanno un potente alleato in Donald Trump che rappresenta una vera minaccia alla democrazia", hanno affermato i firmatari, sottolineando però che "l'inclusione democratica che vogliamo può essere raggiunta solo se facciamo sentire la nostra voce contro il clima intollerante che ha preso piede in tutte le parti".

"Il libero scambio di informazioni e idee, linfa vitale di una società liberale, sta diventando sempre più limitato", hanno proseguito nella lettera aperta. "Mentre ci aspettiamo questo dalla destra radicale, la censura che si sta diffondendo ampiamente anche nella nostra cultura", ha aggiunto, puntando il dito contro le "richieste di punizioni rapide e severe in risposta a trasgressioni percepite come tali del linguaggio e del pensiero". Tanti gli esempi che riguardano scrittori, editori e giornalisti: "Qualunque siano le argomentazioni su ogni particolare caso, il risultato e' stato quello di restringere costantemente i confini di ciò che si può dire senza la minaccia di rappresaglia".

"Questa atmosfera soffocante", hanno denunciato gli intellettuali, "alla fine danneggerà le cause più vitali del nostro tempo. La restrizione del dibattito, da parte di un governo repressivo o di una società intollerante, fa invariabilmente male a chi non ha potere e rende tutti meno capaci di partecipazione democratica. Il modo per sconfiggere le cattive idee è attraverso l'esposizione, l'argomentazione e la persuasione, non cercando di zittire o desiderando che spariscano".

"Dobbiamo preservare la possibilità di essere in disaccordo in buona fede senza terribili conseguenze professionali", hanno concluso i firmatari, "rifiutando la falsa scelta tra giustizia e libertà, che non possono esistere l'una senza l'altra".

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