BERNA - Durante la sessione estiva, il Consiglio degli Stati ha approvato una proposta di finanziamento per la 13a AVS che rischia di trasformarsi in un salasso per lavoratori, pensionati e PMI. A sostegno della misura, la sinistra (P$) e il cosiddetto “Centro” (ex PPD), che intendono aumentare sia l’IVA (dall’8.1% al 9.1%) sia i contributi AVS a carico di lavoratori e datori di lavoro (dall’8.7% al 9.5%).
Il risultato? Un gettito supplementare stimato tra gli 8 e i 9 miliardi di franchi annui, ben oltre i 4-5 miliardi necessari a coprire la tredicesima rendita. Una differenza che solleva interrogativi su come verranno utilizzati i miliardi in esubero.
Secondo i critici, il surplus sarebbe destinato ad anticipare il finanziamento di un’altra misura proposta dal “Centro”: l’iniziativa popolare per abolire il tetto AVS per le coppie sposate (oggi fissato al 150%). Iniziativa non ancora votata, ma già finanziata in via preventiva.
Non è tutto: la ministra socialista Baume-Schneider ha ipotizzato di riconoscere una rendita AVS minima anche agli ucraini con statuto S, mai attivi nel mercato del lavoro svizzero, come incentivo al rimpatrio. Una proposta che fa discutere.
Resta il fatto che ogni aumento dell’IVA grava su tutta la popolazione, pensionati compresi. E i precedenti non rassicurano: già nel 1993, l’aumento di un punto IVA fu destinato all’AVS, ma nel 1999 il Parlamento ne dirottò una parte verso le finanze generali della Confederazione. Ora la palla passa al Consiglio nazionale.
Fonte MDD, 25.6.2025