Mondo, 07 luglio 2020
La Basilica di Santa Sofia tornerà ad essere una moschea?
In perdita di velocità sin da quando ha perso il sindacato di Istanbul, il presidente turco Recep Erdogan sta moltiplicando le iniziative per invertire la tendenza: interventi in Libia, occupazione di parte della Siria, trivellazioni illegali nel Mediterraneo, attacchi alle petroliere italiane, per citarne alcune.
In Turchia tuttavia la situazione rimane delicata. La crisi economica è grave e il malcontento cresce. Le perdite di Istanbul e Ankara alle elezioni municipali del 2019 parlano di una certa disaffezione della popolazione, che rimprovera al loro presidente di essere più interessato alle conquiste esterne che al benessere del suo popolo.
Il nuovo sindaco di Istanbul, che è molto popolare nel paese asiatico, potrebbe addirittura essere una minaccia nelle prossime elezioni generali del 2023.
Allora, per chiudere i ranghi, perché non un'azione simbolica che delizierà il popolo turco notoriamente nazionalista e musulmano?
La trasformazione della straordinaria Basilica di Santa Sofia in moschea sarebbe stata accettata all'unanimità (o quasi) in questo Paese così orgoglioso della conquista di Costantinopoli nel 1453.
Santa Sofia è stata a lungo considerata la più bella chiesa della cristianità. Costruita da Giustiniano nel VI secolo sulle rovine della basilica costruita da Costantino nel IV secolo, la sua maestosità ha sempre abbagliato i visitatori. La disastrosa caduta di Costantinopoli ha causato, naturalmente, la sua trasformazione in moschea dopo un devastante saccheggio e un terribile massacro.
Santa Sofia rimase una moschea fino
al 1934, quando Mustafa Kemal lo fece trasformare in museo. Il leader nazionalista voleva continuare la sua politica di secolarizzazione del Paese, quando in precedenza aveva già proibito alle donne di portare il velo negli spazi pubblici.
Ma perchè Erdogan possa riconvertire l'odierno museo in una moschea, egli si trova davanti a due ostacoli, uno legale e l'altro turistico. Legale perché, per annullare il decreto del 1934, è necessario l'accordo della Corte suprema. Ma data l'atmosfera generale e i rischi derivati dall'opporsi al presidente, è probabile che il più alto organo giuridico del Paese dia la sua approvazione. Dal punto di vista turistico, è un po' più delicato: da 2 a 4 milioni di turisti vengono a visitare Santa Sofia ogni anno. Se lo storico edificio venisse trasformato da museo in moschea, non c'è dubbio che ci sarebbe un impatto sulla presenza di turisti e la Turchia in questo momento economicamente difficile ha urgente bisogno di queste entrate.
Un'idea che si starebbe valutando, secondo il portale francese bvoltaire.fr, è quella di lasciare la struttura come museo per tutta la settimana, tranne il venerdì, quando sarebbe una moschea.
Finora questo progetto di conversione ha incontrato poche proteste simboliche da parte del mondo cristiano, a parte la Grecia, che ha fatto sentire a gran voce la sua opposizione evocando il rischio di aumentare la diffidenza tra le comunità cristiane e quelle musulmane.
Erdogan sta sognando una grande preghiera collettiva per il 15 luglio prossimo, ed è probabile che essa abbia luogo.