Ticino, 27 maggio 2020

Gobbi: "Per noi prevale la prudenza. Con l'Italia vorremmo poter aprire il 15 giugno"

Per Norman Gobbi, è ancora troppo presto per valutare le misure comunicate oggi dal Consiglio Federale. “Ne parleremo domani in una conferenza stampa. Non è evidente passare all’improvviso da 5 a 30 persone negli assembramenti e a 300 persone nelle manifestazioni”.

Ricorda, usando un’espressione non nuova, che non è “curt bandita. Il sole è luminoso, ma non scordiamo tutto quanto imparato sinora. Noi porteremo avanti la filosofia della prudenza”.

Per quanto concerne l’Italia, il presidente del Governo è soddisfatto, e si augura che il 15 giugno si possano aprire anche le frontiere a sud. “La scelta del Consiglio Federale è stata adeguata. Vorremmo coordinare coi nostri vicini e con l’Italia lo stesso ordine temporale concordato con Germania, Francia e Austria. L’agenda parlava di un’apertura verso Italia e Spagna il 6 luglio, ma se si può si
anticiperà. Serve comunque prudenza, ricordiamo che il Consiglio Federale si riserva di mettere misure particolari per chi viene da alcune zone particolarmente colpite”.

Fa notare come la prudenza tedesca sia fondamentale: “Noi, come l’Austria, siamo uno stato cuscinetto fra Germania e Italia e non si desidera che ci siano problemi a Nord”.

Il Ticino, assieme agli altri Cantoni confinanti con la vicina Penisola (ovvero Vallese e Grigioni), ha avuto contatti con le autorità federali. “Continueremo a sentirci. Abbiamo espresso le varie sensibilità. Ci sono persone italiane che hanno proprietà in Engadina e desiderano tornare a vederle, così come dei cittadini ticinesi hanno case in Italia. Deve prevalere la prudenza. Per quanto concerne i ricongiungimenti familiari, precisiamo che si parla di quelli tra coniugi o genitori e figli, non si includono quelli di chi ha un partner dall’altra parte della frontiera”.

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