Ticino, 29 aprile 2020

Lettera dei consiglieri comunali leghisti al Municipio di Chiasso sul tema delle scuole comunali

Egregio signor Sindaco,
signore e signori Municipali,

Siamo tutti coscienti di vivere in tempi difficili. La pandemia che ha colpito anche il nostro Cantone non sarà debellata né a breve né a medio termine e le autorità si stanno adoperando, con tutti i mezzi, per far fronte a questa situazione straordinaria.

Lo scenario, in cui oggi ci troviamo confrontati, fino a fine febbraio era assolutamente imprevedibile e inimmaginabile.
Inutile negare, e non è una colpa, che questa pandemia ci ha colti impreparati, così come tutte le altre regioni e nazioni colpite dal Covid19.

In queste settimane, mentre la popolazione ticinese sta dimostrando uno spiccato senso di responsabilità e disciplina, molti professionisti e volontari sono al servizio costante della collettività. In questo senso, intendiamo ringraziare ed elogiare l’operato di chi, in questo periodo particolarmente intenso per gli operatori sul campo, è impegnato al fronte in prima linea: a partire dai medici, gli infermieri, gli inservienti, gli agenti di polizia, i militi dell’esercito e quelli della protezione civile, i volontari, i docenti, i commercianti eccecc, e non da ultimo, la popolazione tutta.

Tutti stiamo facendo piccoli o grandi sacrifici per cercare di arginare la situazione sanitaria e quella economica.

Il Consiglio di Stato sta ragionevolmente allentando le misure tuttora in essere, proseguendo nella riapertura a tappe delle varie attività.
Un aspetto questo in parte condiviso e ritenuto importante in quanto non ci possiamo permettere uno stop incondizionato delle attività economiche - considerato che vi saranno meno introiti e più spese a carico dello Stato - a condizione però che ci si appelli al pragmatismo e alla razionalità.

Il motivo è presto spiegato: la nostra più grande preoccupazione è che una riapertura troppo rapida di tutte le attività potrebbe generare un problema concreto in particolare in relazione all’afflusso di lavoratori frontalieri.
Considerato che, come noto, in Italia l’emergenza sanitaria è di gran lunga più elevata rispetto al Cantone Ticino, ecco che lo spalancare di nuovo le porte a 70 mila frontalieri potrebbe contribuire in maniera significativa ad alzare il livello di rischio di contagio per tutta la popolazione.

Inoltre, a nostro avviso non meno importante e strettamente collegata, vi è la questione legata al forte aumento di traffico pendolare che porterebbe di nuovo al caos le nostre strade e autostrade, in particolare quelle del Mendrisiotto e del Luganese. Senza contare che, a causa dell’attuale situazione sanitaria, i già pochi frontalieri che prima facevano capo al trasporto pubblico, con ogni probabilità e per diverso tempo, decideranno di utilizzare il veicolo privato rinunciando anche al car pooling, aggravando ulteriormente la situazione viaria.

Pertanto, se da una parte riteniamo corretto e opportuno che tutte le forze politiche e l’Amministrazione cantonale si concentrino sul rilancio economico, dall’altra, crediamo sia assolutamente inopportuno, in questo momento, procedere alla riapertura delle scuole in Ticino a partire dall’11 maggio.

A questo proposito, il responsabile della Divisione malattie trasmissibili all’Ufficio federale della sanità pubblica, Daniel Koch, in occasione della conferenza stampa del Consiglio federale aveva dichiarato che i bambini, soprattutto i più piccoli, sarebbero “poco toccati dalla malattia, spesso non si ammalano e non sono vettori di diffusione dell’epidemia”.

Un’affermazione, questa, in palese
contraddizione con quanto dichiarato solo poco dopo e ribadita poi più volte dal Medico cantonale Giorgio Merlani il quale  ha spiegato che quanto dichiarato dal dottor Koch non è una cosa che si può affermare con assoluta certezza e che occorre dunque cautela.

Il rischio contagio è sempre dietro l’angolo.

Sulla base di questi elementi riteniamo incauta la riapertura delle scuole, così come annunciata, il prossimo 11 maggio. Sarebbe invece auspicabile che le scuole rimanessero chiuse fino alla fine dell’anno scolastico e che riaprissero nel mese di settembre, con modalità di sicurezza e tutela della salute da definire attentamente, implementando ulteriormente l’apprendimento a distanza (che in queste settimane si sta rivelando efficace), continuando però a garantire il servizio accudimento come finora.

Le ragioni della nostra richiesta che indirizziamo al Lodevole Municipio sono presto spiegate: il decidere di rimettere in circolazione e dunque riportare nelle aule scolastiche del nostro Comune allievi delle scuole dell’obbligo (scuole dell’infanzia, scuole elementari e scuole medie) - anche se fosse vero che non è rischioso per la loro salute -  lo è di fatto per coloro con i quali verrebbero a contatto, ovvero gli adulti, i docenti e i genitori che dovranno tornare al lavoro, che a loro volta frequentano colleghi e parenti più anziani e dunque maggiormente a rischio.

Una catena pericolosa di contatti che genererebbe un ulteriore forte rischio di contagio per i nonni di questi ragazzi ai quali verrebbero comunque affidati dai propri genitori a partire da metà giugno; dunque potenziali vettori del virus che potrebbero infettare anche le cosiddette categorie a rischio quali anziani e adulti con patologie pregresse.

Aprire le scuole l’11 maggio prossimo - e quindi per soli 26 giorni effettivi di lezione - significherebbe mettere seriamente e inutilmente a repentaglio la salute della popolazione e - cosa questa non meno grave - tornare a sollecitare in maniera importante e pericolosa il sistema sanitario.
Se, come dichiarato dagli esperti, nelle prossime settimane dovremo comunque attenderci una nuova significativa onda di contagi, il sistema sanitario non può essere messo di nuovo in difficoltà.

Considerato inoltre che nelle ultime settimane dell’ anno scolastico,  i ritmi si riducono e che ci sono nel mese di maggio ben 4 giorni di vacanza ufficiali (21 e 22 maggio, 1. e 11 giugno), si può evincere che almeno il 90% del programma scolastico è già stato evaso.  Comuni e Cantone dovranno comunque continuare a garantire i servizi di accudimento per i bambini i cui genitori sono impegnati nelle varie attività lavorative. 


In questo senso auspichiamo che il Municipio di Chiasso si faccia parte attiva in questa istanza, comunichi al Consiglio di Stato questa posizione e che ribadisca la necessità di ottenere per il nostro Cantone una “finestra di crisi” per una chiusura anticipata dell’anno scolastico, tenuto conto oltretutto che in Ticino le scuole chiudono prima rispetto agli altri Cantoni.

Ringraziandovi per la vostra attenzione, restiamo in fiduciosa attesa di una vostra presa di posizione sul tema.

Vogliate gradire i nostri più distinti saluti,


Gruppo Lega dei Ticinesi in Consiglio Comunale di Chiasso

Bonacina Daniela, Cannavò Michele, Castoldi Mirco, Cerulli Emiliana, Ferrari Gian Paolo, Guerra Tiziana, Mazzoleni Gianandrea, Schneeberger Claudio, Solcà Flora, Tettamanti Gianluca, Tonini Stefano e Trecchi Maurizio

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