Svizzera, 17 marzo 2020

Koch mette in guardia: "Siamo all'inizio"

Nuova conferenza stampa da Berna, a poche ore dalle misure straordinarie adottate ieri. A prendere la parola, tra gli altri, e le sue sono le dichiarazioni più significative,  Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili.

“La popolazione deve assolutamente seguire le indicazioni delle autorità. Non possiamo stoppare il virus, ma proteggere le persone a rischio dal coronavirus. La Svizzera non è che all’inizio dei contagi”. Tradotto: o si rispettano le misure oppure aumenteranno i morti.

Che oggi sono saliti a quota 25, con 2’650 contagi di cui 2’269 confermati.

Come in Ticino, anche in tutto il resto del paese le aziende stanno prendendo di mira i centralini telefonici per capire cosa fare. Un altro fronte che preoccupa è quello
degli svizzeri all’estero, che rischiano di rimanere bloccati, ha sostenuto poi Hans-Peter Lenz, capo del Centro di gestione delle crisi del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Sono stati organizzati, per esempio, cinque voli per turisti che si trovavano in Marocco. Il consiglio è quello di rientrare il prima possibile.

Non è detto che non saranno chiusi altri valichi, si è poi detto. “Si può inoltre notare una riduzione significativa del traffico passeggeri transfrontaliero: ieri ad esempio in Ticino abbiamo registrato un calo del 73% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. In tutta la Svizzera, il calo è del 37%” ha quantificato Christian Bock, dell’AFD.

Infine, l’esercito è sempre pronto all’intervento.

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