Ticino, 05 dicembre 2019

Imam di Viganello, "con che elementi è stata negata la cittadinanza?"

In un'interpellanza inoltrata al Consiglio federale il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri chiede al governo chiarimenti sull'Imam di Viganello Samir Jelassi, in particolare in base a quali elementi la Segreteria di stato della migrazione è giunta alla decisione di bloccare la concessione della naturalizzazione a Jelassi. Inoltre Quadri chiede se sia vero che vi sono legami tra l'Imam e l'estremista islamico implicato nella vicenda di Argo 1.

Infine, il deputato leghista chiede in che modo il Consiglio federale valuta la collaborazione tra l'Imam e la Segreteria di stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione e se quest'ultima fosse al corrente dei presunti legami con l'estremismo islamico di Jelassi.

Di seguito il testo completo dell'interpellanza inoltrata da Quadri al Consiglio federale.

Imam di Viganello: di quali elementi dispone la SEM? E come si spiega la collaborazione con la SEFRI?

E’ noto che la Segreteria di stato della migrazione (SEM) ha bloccato la concessione della cittadinanza elvetica all’imam tunisino Samir Radouan Jelassi, attivo presso la moschea di Viganello (Lugano), ritenendo che egli costituisca “una compromissione duratura della sicurezza interna ed esterna della Svizzera”. Ciò è accaduto nell’ottobre 2018. 

Risulta poi che la citata moschea – stando a quanto trapelato a margine dell’inchiesta sul radicalizzatore islamista attivo in “Argo1” cui è stata recentemente revocata la cittadinanza svizzera e in altre situazioni pubblicamente note - sarebbe stata frequentata da musulmani radicalizzati e da persone poi condannate all’estero, o partite in territori di conflitto per combattere nelle fila di Daech.

Benché nessun procedimento penale
risulti aperto nei confronti dell’imam, è altresì vero che in una piccola comunità islamica come quella ticinese, “una decina di persone radicalizzate” non sono poca cosa.

Nelle loro prese di posizione pubbliche, l’imam ed il suo rappresentante legale hanno evocato la collaborazione di Jelassi con enti pubblici federali e cantonali nell’ambito della formazione e dell’integrazione: in particolare con il DECS e con la Segreteria di stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI), allora diretta da Mauro Dell’Ambrogio.
 
Chiedo pertanto al Consiglio federale:

1. Come giudica il CF la situazione creatasi attorno all’imam Jelassi? In base a quali solidi elementi la SEM è giunta alla decisione di bloccare la concessione della cittadinanza svizzera all’imam ritenendolo una “duratura compromissione della sicurezza interna ed esterna” del nostro Paese?

2. Corrisponde al vero che, a margine delle perquisizioni eseguite nell’ambito dell’inchiesta a carico del radicalizzatore attivo in Argo1 e condannato in via definitiva dal TPF, anche la moschea in cui opera l’imam Jelassi fu oggetto di verifiche da parte delle autorità di polizia federali e cantonali? Se sì, come valuta il CF il fatto che la comunità e lo stesso imam negarono tale circostanza?

3. Come giudica il CF fatto che l’ imam Jelassi, che la Segreteria di Stato per la migrazione sospetta di legami con il terrorismo islamico, abbia collaborato con la SEFRI? C’è forse un problema di passaggio d’informazioni, all’interno dell’amministrazione federale, su temi della massima sensibilità ed importanza?

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi

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