Ticino, 05 ottobre 2019
Accumula debiti e condanne, espulso cittadino italiano (dopo aver fatto ricorso fino al tribunale federale)
Un cittadino italiano con alle spalle una condanna a quattro anni di reclusione per bancarotta fraudolenta in Italia nonché numerosi altri fallimenti e condanne in Ticino ha contestato fino al Tribunale federale la decisione del Dipartimento delle istituzioni di Norman Gobbi di revocare a lui e a sua moglie i rispettivi permessi di dimora. Ma i giudici di Losanna hanno respinto i ricorsi presentati dagli avvocati Yasar Ravi e Giulia Togni, con sentenza pubblicata oggi.
Dalla sentenza si evince che l'uomo, oggi 58enne, dopo averne combinate di cotte e di crude nel suo Paese si trasferisce in Svizzera per sfuggire alla giustizia italiana e continuare a delinquere. La sua prima condanna risale al 1996 in Italia, tre mesi i reclusione per falsità in opere d’arte. La sua più pesante condanna è invece del 2008, sempre in Italia, quattro anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. Se in questo caso ha scampato il carcere è solo grazie all’indulto. E anche perché l’anno prima, nel 2007, si era trasferito in Ticino dove aveva dichiarato di non essere mai stato condannato e di non avere procedimenti penali pendenti.
Aveva quindi ricevuto un permesso di dimora
Si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Difatti in Svizzera ha velocemente accumulato esecuzioni per oltre 389mila franchi, domande di vendita per altri 13mila franchi e pignoramenti per 63mila franchi. Per condire il tutto, ecco un decreto d’accusa per contravvenzione alla legge federale sull’Avs, un altro decreto d’accusa per infrazione alla legge federale sulla circolazione stradale, una condanna ella pretura penale per tentata amministrazione infedele e tentato inganno nei confronti delle autorità e un altro decreto d’accusa per truffa e omissione della contabilità.
Ecco che allora nel 2015 il dipartimento delle Istituzioni decide di porre fine al suo soggiorno ticinese revocando il permesso di dimora a lui e alla moglie. La coppia ha ricorso a tutte le istanze, scontrandosi con il rifiuto del Consiglio di Stato nel 2017, del Tram nel 2019 e infine del Tribunale federale, pochi giorni fa. Finalmente l'uomo e consorte dovranno fare ritorno nella loro Italia. Comunque una magra consolazione per i loro creditori, che molto difficilmente riusciranno a rivedere i propri soldi.