Svizzera, 27 giugno 2019

Sesso con richiedenti l'asilo, un problema che imbarazza le ONG

Quali misure esistono all'interno delle ONG svizzere per evitare che i suoi impiegati o volontari abbiano relazioni intime con richiedenti l'asilo? In un processo tenutosi recentemente a Losanna, un giovane richiedente l'asilo ha raccontato i dettagli del rapporto che aveva avuto con un sessantenne volontario di Amnesty International che lo aveva assistito quando era arrivato in Svizzera 11 anni fa.

Durante il processo il volontario ha ammesso di aver avuto una relazione con il richiedente asilo, che all'epoca aveva 18 anni. Contesta tuttavia aver avuto rapporti sessuali completi con il richiedente l'asilo, che si sarebbe prestato alle avances dell'uomo per evitare un ritorno nel suo paese. Secondo il volontario, i due sarebbero sì andati a letto insieme e avuto dei contatti sessuali, senza tuttavia aver avuto rapporti completi. Alla fine, la giustizia vodese aveva chiuso il caso nel 2017 perché i fatti erano avvenuti a Zurigo.

L'argomento mette in imbarazzo l'organizzazione umanitaria, al punto che il portavoce eil direttore di Amnesty International,
contattati da "20 minutes", che riporta la vicenda, hanno chiesto di non essere citati per nome. Questi sostengono di non essere al corrente di questo vecchio caso. Alla domanda se il direttore ritenga che il comportamento del volontario equivale ad un abuso di potere, lui sottolinea come l'uomo non era impiegato da Amnesty International. Ricorda tuttavia che esistono regole anche per i volontari, e che le relazioni sessuali con i richiedenti l'asilo sono proibite.

Il problema non riguarda unicamente Amnesty International. Anche la Croce Rossa in passato ha avuto a che fare con episodi di rapporti intimi dei suoi impiegati o volontari con richiedenti l'asilo, e per questo l'organizzazione ha introdotto un codice di condotta che proibisca esplicitamente questo tipo di contatti.

"Nessuna forma di molestia o abuso è accettabile", afferma il direttore generale dell'organizzazione, Yves Daccord. "Siamo determinati a rafforzare i nostri meccanismi di repressione delle violazioni del Codice di Autodisciplina CICR."

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