Mondo, 18 aprile 2019

Brexit, il partito anti-UE di Nigel Farage in testa alle intenzioni di voto delle elezioni europee

A causa dell'incapacità di governo e parlamento di attuare l'uscita dall'Unione europea, il Regno Unito sarà obbligato a partecipare alle elezioni europee di maggio. E stando ai sondaggi, molti coglieranno l'occasione per punire i due maggiori partiti, i conservatori e i laburisti, e scegliere un partito che metta l'uscita dall'UE in primo piano.

Stando all'ultimo sondaggio dell'istituto YouGov infatti, il Brexit Party di Nigel Farage, fondato appena qualche giorno fa, si appresterebbe a vincere le elezioni europee di fine maggio. Il partito di Farage risulta nettamente in testa con il 27% delle intenzioni di voto, lasciando i laburisti al 22% e i conservatori retrocessi al 15 per cento.

Ma anche dalla parte dei perdenti del referendum di tre anni fa, e che mai hanno accettato il risultato, c'è fermento e si tenta di cogliere l'occasione per far eleggere candidati pro UE. Sir Vince Cable, leader dei LibDem, ha lanciato un appello ai partiti minori a fare campagna elettorale insieme per lanciare un chiaro messaggio anti-Farage e anti-Brexit agli elettori. Molti deputati laburisti intanto stanno facendo pressioni sul leader Jeremy Corbyn per farlo schierare nettamente a favore di un secondo referendum, convinti che questo porterebbe più voti al Labour.

Le elezioni europee sembrano quindi diventare una sorta di referendum-bis: un’opportunità per gli elettori britannici pro-Brexit di esprimere la loro frustrazione per il fatto che, quasi tre anni dopo il referendum del 2016, la Gran Bretagna ancora non ha lasciato l’Unione Europea e allo stesso tempo per gli oppositori della Brexit di farsi sentire.

Farage è in una posizione di forza perché è un personaggio carismatico con un messaggio
molto semplice – la Gran Bretagna ha un futuro migliore fuori dall’ Ue - che non è cambiato negli anni e che è stato rafforzato dagli ultimi mesi di difficili negoziati e concessioni forzate che secondo il leader sono stati una "umiliazione" per il Regno Unito.

Il successo europeo non è una novità per Farage, che già alle ultime elezioni nel 2014 aveva battuto sia i conservatori che i laburisti con Ukip, il partito che aveva fondato e poi lasciato all'indomani del referendum. Il sostegno al Brexit Party deriva in gran parte da ex sostenitori di Ukip che ora intendono votare per Farage, come dimostrato dal dimezzarsi dei consensi per Ukip dal 14% solo una settimana fa, prima del debutto del nuovo partito, al 7% di adesso.
Il resto dei voti arriva da conservatori pro-Brexit, fortemente delusi da come la premier Theresa May ha condotto i negoziati e favorevoli a uscire dalla Ue a qualsiasi costo, anche senza un accordo. 

Il Governo britannico ha dovuto accettare controvoglia di organizzare le elezioni europee in cambio della concessione di un rinvio di Brexit al 31 ottobre. La May però spera ancora che l’accordo da lei concordato con l’Ue e respinto per tre volte dal Parlamento possa essere approvato al quarto tentativo e intende ripresentarlo a Westminster nelle prossime settimane.

Se l’accordo verrà approvato in tempo utile, la Gran Bretagna potrà evitare di partecipare alle elezioni europee. I preparativi per il voto comunque continuano, perché le possibilità di trovare una maggioranza in Parlamento per l’accordo sono ritenute esigue. Altrettanto flebile la speranza di un’intesa tra laburisti e conservatori che possa sbloccare l’impasse.

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