Ad essere maggiormente toccati dal fenomeno, secondo i dati della Confederazione, sono i cervi (9807 morti in media ogni anno), seguiti dalle volpi (7439), i tassi (3275), i cinghiali (718), i cervi rossi (669), le lepri (649) e infine i camosci (34). Questo per quel che riguarda gli animali recensiti, mentre altri animali che incrociamo spesso sulle strade come i ricci, le rane e i rospi non vengono conteggiati.
La causa del problema, secondo Pro Natura, è la crescente urbanizzazione della Svizzera che implica una sempre maggiore estensione della rete stradale e ferriovaria.
Quale soluzione Pro Natura propone di costruire più corridoi faunistici sulle reti stradali e ferrovarie. Al momento in Svizzera sono 305, di cui 30 sulle strade nazionali, un numero giudicato ancora insufficiente.

Contatta da "Le Matin", Marguerite Trocmé dell'Ufficio federale delle strade (USTRA) ha assicurato che due nuovi ponti erano in costruzione e 16 in programma. Tuttavia: "Dopo decenni in cui le esigenze della fauna selvatica sono state completamente trascurate, il tempo sta per scadere", afferma Sara Wehrli, naturalista della fauna selvatica e membro di Pro Natura.
L'associazione ricorda infine che non si tratta solo di una questione di sensibilità verso gli animali, ma vi è anche un aspetto finanziario. Recuperare le carcasse e ripulire strade e binari, senza contare eventuali danni alle infrastrutture o ai veicoli, implica costi e tempo sia per le autorità che i privati. Investire in corridoi faunistici permetterebbe quindi di ridurre in seguito queste spese.