Sport, 15 marzo 2019

Lugano, se non bastano fisico, coraggio e gol… I voti di gara-3

La sconfitta subita ieri a Zugo mette con le spalle al muro i bianconeri che, purtroppo, pagano a caro prezzo gli errori difensivi e la mancanza sotto rete di alcuni stoccatori

ZUGO – 0-3 nella serie. Vero, finché c’è hockey c’è speranza, ma la prestazione offerta ieri sera dal Lugano oltre al suo lato positivo, porta con sé un qualcosa di negativo e preoccupante che difficilmente potrà essere ribaltato nelle prossime quattro sfide. Non per essere pessimisti, ma ieri i bianconeri non meritavano di perdere, perché hanno lottato, hanno messo testa, fisico e orgoglio, ma ancora una volta sono usciti sconfitti, messi all’angolo da tanti piccoli errori, specie in fase difensiva, che in momenti come questi fanno tutta la differenza del mondo.

Carattere, fisico e mentalità. Voto: 5. Facciamo un mix di fattori perché analizzarli uno per uno avrebbe poco senso. Per una volta il Lugano ha usato il fisico e ha messo seriamente in difficoltà lo Zugo, annientando una delle fonti di gioco, uno delle sue bocche di fuoco più pericolose: Lino Martschini. Ma guarda un po’… Dopo le 5 pappine subite in casa sabato non era facile, dopo la rete subita dopo meno di 1’ ancora di meno, eppure i ragazzi di Ireland hanno risposto colpo su colpo, di testa, di carattere e di testa, trovando a più riprese il vantaggio, mettendo finalmente un’infinità di dischi dalle parti di Stephan, ma hanno avuto il demerito di non chiudere la sfida, oltre a non riuscire a contenere il cambio di ritmo imposto dai Tori nel terzo e decisivo tempo.

La coppia Lajunen-Bürgler. Voto 4 ½. Il finlandese è stato spesso – e giustamente – criticato su tutto l’arco della stagione, ma ieri sera è tornato a giocare come sa: gran lavoro dello slot, assist illuminanti e lavoro di fisico a tutta pista. Il numero 87, da par suo, è tornato a segnare, con fortuna o meno, facendo sentire il suo peso e la sua importanza. Che poi questo sia servito poco alla causa bianconera… non è certamente colpa sua.

Henrik Haapala, redivivo. Voto: 4+. Dopo l’opaca prestazione di sabato e dopo non aver certamente inciso durante la stagione, il finlandese tascabile ieri ha mostrato buone doti di pattinaggio,
di visione di gioco e di tecnica. Certo, non è Klasen, certo non è incisivo e determinante come lo svedese, ma criticarlo in quest’occasione risulterebbe davvero stucchevole. Da lodare invece come si è battuto anche nello slot, come in occasione della rete di Sannitz.

Gregory Hofmann con le polveri bagnate. Voto: 3 ½. Forse ci ha abituati troppo bene. Forse le sue 30 reti stagionali ci hanno fatto sognare e vederlo sbagliare un controllo solo davanti a Stephan a pochi minuti dalla fine, non rende giustizia a lui e rende il suo modo negativo. Ma è anche vero che su tutto l’arco di gara-3 contro la sua futura squadra, Greg non è sembrato Greg. Lo spunto più bello e degno dell’Hofmann ammirato in stagione è giunto in occasione del 3-2 di Sannitz, quando si è fatto consegnare quel disco e l’ha portato fin davanti a Stephan con intelligenza e sagacia tattica.

Senza powerplay non vai lontano. Voto: 3. 3 perché le reti di Bürlger e di Morini sono arrivate pochi secondi dopo il rientro in pista di un giocatore penalizzato, e quindi il Lugano si trovava ancora in situazione di pressione dovuta al gioco con l’uomo in più, altrimenti ancora una volta il gioco in superiorità numerica è stato stucchevole e poco produttivo. Piazzarsi nel terzo sembra una cosa impossibile e complicata come non mai…

Chorney-Loeffel: una serata da incubo. Voto: 2 ½. Saremo cattivi, ma nei playoff non puoi permetterti errori di questo genere. Quello di Chorney in occasione del 2-2 di McIntyre è un errore grossolano, evitabilissimo e quasi da principiante. Il numero 16 è stato in totale difficoltà per tutta la partita, sopraffatto, insieme al suo compagno di linea, dal gioco dei Tori. È vero che non si difende in due, ma si difende da squadra, ma il problema del Lugano, già in regular season, è relativo alla fase difensiva e ai tantissimi gol subiti: segnare 4 reti in trasferta e non portare a casa la contesa, è davvero un qualcosa che fa male… anche dal punto di vista mentale.

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