Mondo, 02 ottobre 2018

Un anno dopo il referendum, a che punto sono le aspirazioni di indipendenza della Catalonia?

Mentre gli indipendentisti catalani festeggiano il primo anniversario del referendum sull'autodeterminazione due giornalisti spagnoli, intervistati da Russia today, fanno il punto sul dialogo difficile tra indipendentisti e il governo centrale.

Gli indipendentisti catalani hanno bloccato il primo ottobre una linea ferroviaria ad alta velocità, autostrade e strade di Barcellona in occasione del primo anniversario del controverso referendum per l'autodeterminazione. Juan José Dorado, giornalista del giornale spagnolo "La Region", ospite del programma televisivo di RT France, ritiene che gli indipendentisti debbano riguadagnare slancio.

Cita il declino nella proporzione di cataloni favorevoli all'indipendenza, che sarebbe passata dal 49,5% di un anno fa a 47 o 48 di oggi. "Sono una minoranza di molto poco", dice il giornalista che pensa che la situazione sia delicata per il governo catalano. Gli indipendentisti a suo dire sono profondamente divisi oggi, e hanno deluso i loro elettori. Alcuni dei loro leader sono assenti, come Carles Puigdemont, l'ex presidente della regione, che è andato in esilio in Belgio, e altri sono attualmente in carcere.

Il dialogo è ripreso tra il governo centrale e il governo catalano dopo la cacciata di Mariano Rajoy (Partito Popolare, a destra) e l'ascesa al potere del socialista Pedro Sanchez. "Il dialogo è iniziato ma è un dialogo che rimane molto complicato", ha detto
Juan Jose Dorado. Il referendum indetto dagli indipendentisti secondo Dorado non ha mai avuto alcuna possibilità: "Dovremmo cambiare la costituzione e ottenere maggioranze che la Catalogna non potrà mai avere." Per Beatriz Talegón giornalista di "Dario16": "Il più importante, ancor prima di parlare di indipendenza, è il diritto di decidere qualcosa. Chiedere alla Spagna, alla Catalonia o all'UE un referendum è un diritto: si tratta di una questione di democrazia". Per Talègon la questione dell'indipendenza può essere affrontata in altri modi come istituire una "Repubblica federale spagnola". Ma, secondo lei, il dialogo attualmente non lascia la possibilità di prendere in considerazione altre opzioni.

Tuttavia, Juan José Dorado spiega che Madrid ha presentato altre proposte, immediatamente respinte dal governo catalano, "una nuova autonomia più ampia, in campo economico e sociale". Il giovane giornalista riconosce cheindipendentisti sono in termini migliori con il governo di Pedro Sanchez che con quello di Mariano Rajoy ma crede "che non ci sia un segnale molto chiaro". Per lei ogni trattativa deve avere un preambolo: la liberazione dei prigionieri politici catalani e il ritorno degli esuli in Catalogna.

Nel referendum del 2017, tre milioni di votanti, su un totale di 5,5 milioni, hanno votato al 90% per una Repubblica catalana indipendente.

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