Ticino, 13 agosto 2018

Lugano: contro il Mojito la “shitstorm” del PLR

Il municipale liblab Roberto Badaracco punta il dito contro il Cantone per la chiusura precoce dell’apprezzato esercizio pubblico. Ma dovrebbe cominciare a guardare nel suo partito

Sul Lungolago di Lugano il Mojito, da inizio mese, è tristemente chiuso. Molti giovani (e non solo) lamentano lo stop improvviso ed improvvido all’attività dell’apprezzato esercizio pubblico, gestito dalla città, che  creava la “movida” luganese. 

Per il “misfatto”, l’attuale capodicastero Kultura, sport ed eventi Roberto Badaracco incolpa la nuova legge cantonale sugli esercizio pubblici. Formalmente, l’argomento regge. Ma è davvero tutto lì? Per nulla!  In effetti, il municipale dell’ex partitone avrebbe fatto bene a cominciare a prendersela con chi sta (politicamente) più vicino a lui.

Ed infatti sulle rive del Ceresio il Mojito (e chi lo gestisce: la Divisione eventi e congressi,  l’associazione Sotell, il suo direttore Claudio Chiapparino) sono da anni bersaglio di una “shitstorm” (= tempesta di cacca) targata liblab. Una crociata antimojito fatta a suon di atti parlamentari, interventi in Consiglio comunale, opinioni sui “social”, prese di posizioni pubbliche. Uno dei primi atti di questa campagna  fu, nel 2015, lo psicodramma fatto seguire all’accesso negato a Billo, il cocker dell’allora presidenta sezionale PLR Giovanna Viscardi. La quale, dopo l’intollerabile
affronto, cominciò a presentare interrogazioni contro la gestione del Mojito.

Per non parlare della predecessora di Badaracco in Municipio, la radikal-chic Giovanna Masoni, che non sopportava né il Mojito né gli eventi in generale. Infatti, secondo la sua visione (?), a Lugano si sarebbe dovuto  fare solo kultura d’élite, rigorosamente senza pubblico: se un evento piace al popolo bestia, vuol dire che “non ha la qualità richiesta”.

Vale anche la pena ricordare che il Mojito – assieme a tutto il Longlake festival e alle centinaia di eventi piccoli e grandi che animano l’estate di Lugano -  venne ideato quando a capo dell’allora Dicastero Giovani ed Eventi c’erano municipali leghisti: Nano Bignasca (di fatto il “creatore” del Dicastero) prima, e Lorenzo Quadri poi. Il che spiega in parte anche l’ostilità liblab.
Badaracco fa bene a deplorare la chiusura precoce del Mojito. Però, prima di puntare il dito contro il Cantone, potrebbe cominciare a “prendere da parte” gli esponenti del suo ex partitone: perché i principali “hater” del Mojito e dei suoi organizzatori si trovano proprio lì. Non certo a Palazzo delle Orsoline.

Cip&Ciop

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