Il Consigliere federale Martin Pfister ha annunciato venerdì di rinunciare all'acquisizione di tutti i caccia 36 F-35A inizialmente previsti, a causa di un aumento dei costi annunciato dagli Stati Uniti. La Svizzera acquisterà quindi il maggior numero possibile di velivoli. "L'acquisizione rimarrà quindi entro il budget di 6 miliardi di franchi approvato dal popolo", ha spiegato Pfister. Con questo budget, è ancora difficile sapere esattamente quanti F-35 potranno essere acquistati. Ciò dipenderà, in particolare, dal differenziale di inflazione tra Stati Uniti e Svizzera.
Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha confermato che la logica della scelta dell'F-35 rimane valida, nonostante gli sviluppi tecnologici e geopolitici. Il governo non intende richiedere finanziamenti aggiuntivi e respinge l'idea di compensare i costi eccedenti attraverso misure compensative. Il progetto RIGI, che prevede l'assemblaggio finale di alcuni velivoli in Svizzera, proseguirà. La decisione è stata criticata sia dalla sinistra che dalla destra. A sinistra, si lamenta il fatto che il Consiglio federale stia continuando la "debacle di Viola Ahmerd", mentre il centro-destra ritiene che il numero iniziale di velivoli debba essere mantenuto. I liberali, i primi a reagire venerdì, sono stati particolarmente veementi, invitando i partiti di sinistra ad "abbandonare immediatamente la loro opposizione ai caccia".
Data la situazione della sicurezza in Europa, il PLR ritiene che la Svizzera abbia bisogno di tutti i velivoli necessari, senza che questo rinforzo vada a discapito dei contribuenti. Il Consigliere agli Stati Werner Salzmann (UDC/BE) ha dichiarato a Keystone-ATS di essere "deluso dal fatto che il Consiglio federale non abbia avuto il coraggio di ordinare 36 caccia". A suo avviso, il Consiglio federale deve ordinare i caccia rimanenti e poi includere i finanziamenti aggiuntivi nel prossimo bilancio militare.
Altrettanto accusatorio è il tono della sua collega del Partito di Centro, Andrea Gmür-Schönenberger di Lucerna, che si dice "scioccata dal fatto che il Consiglio federale non si renda conto che ci troviamo in una situazione internazionale così pericolosa". Questa posizione tuttavia contrasta nettamente con quella del suo partito, che ha accolto con favore la decisione della Confederazione in merito.
La Società Ufficiali Svizzera (SSO), attraverso il suo presidente Michele Moor, ha dichiarato a Keystone-ATS che questa decisione era "in palese contraddizione con le attuali realtà della politica di sicurezza". Secondo la SSO, il Dipartimento Federale della Difesa (DDPS) e le forze armate hanno costantemente dimostrato che 36 aerei da combattimento costituiscono il minimo indispensabile per garantire anche solo una protezione elementare dello spazio aereo svizzero contro le minacce aeree.
Secondo l'analisi militare, la Svizzera ha bisogno di 55-70 aerei da combattimento moderni per essere equipaggiata per affrontare le minacce attuali. Questa proposta ha irritato il Partito Verde Liberale, che fatica a immaginare che la Svizzera possa impiegare così tanti aerei a reazione in caso di crisi. L'alleanza "Stop F-35" (che riunisce Partito Socialdemocratico, Partito Verde e Gruppo per una Svizzera senza esercito) vede il piano annunciato venerdì dal Ministro della Difesa Martin Pfister come una continuazione del "debacle del suo predecessore, Viola Amherd". L'alleanza ritiene che l'opinione pubblica sia stata ingannata nella votazione popolare del 27 settembre 2020, se il piano ora include l'acquisto di un massimo di 40 aerei da combattimento aggiuntivi.
La Consigliera nazionale Priska Seiler Graf (ZH), socialista specializzata in questioni di sicurezza, non è sorpresa dalla decisione del Consiglio federale: "Abbiamo semplicemente speso sei miliardi di franchi per un minor numero di aerei", ha dichiarato a Keystone-ATS. La signora Seiler Graf, tuttavia, ha definito "interessante" il fatto che Martin Pfister abbia aperto il dibattito sul tipo di aereo da combattimento in vista di un possibile ampliamento della flotta.
Anche un'altra esponente socialista, la Consigliera di Stato Franziska Roth di Soletta, condivide questa opinione. Ritiene tuttavia scandaloso che il Consiglio federale voglia lasciare intatto il contratto per 36 F-35, riservandosi l'acquisizione di tutti i velivoli rimanenti tramite un finanziamento successivo. Per lei, è necessario riconoscere la "rivoluzione sul campo di battaglia", ad esempio il pericolo rappresentato dai droni. Questa situazione richiede misure diverse da quelle relative ai "jet di fascia alta dipendenti dagli Stati Uniti". La Roth ritiene inoltre che gli enormi costi successivi dell'F-35 non debbano essere ignorati, poiché minacciano di paralizzare il resto delle forze armate.





