VOTAZIONI - Il risultato del 28 settembre è stato limpido: ma a pochi giorni dal voto, il ministro delle finanze Christian Vitta sembra non aver capito il messaggio. Invece di ridurre la spesa, il direttore del DFE ha deciso di trasferire costi ai Comuni, che ora devono rivedere da capo i preventivi 2026. Per i centri più grandi si parla di milioni di franchi in meno, un duro colpo per i conti locali già sotto pressione.
Come se non bastasse, Vitta ha pensato bene di introdurre una nuova imposta di 300 franchi sulle Fondazioni benefiche: proprio quelle che aiutano lo Stato a svolgere i propri compiti, sostenendo persone in difficoltà e alleggerendo la spesa pubblica. Per ora sarebbero esentate, ma la creazione stessa della tassa fa pensare che prima o poi sarà riscossa. Tutto questo per incassare qualche centinaia di migliaia di franchi: noccioline rispetto al bilancio cantonale.
Se il buongiorno si vede dal mattino, il risanamento rischia di partire col piede sbagliato. Vitta e compagnia, rifare i compiti! E subito in votazione le iniziative popolari “Stop all’aumento dei dipendenti cantonali” e “Neutralizzazione dell’aumento dei valori di stima”.