TICINO - Applicare la volontà popolare senza aumentare le imposte e valorizzando le risorse della comunità ticinese: è questo l’appello di Michele Guerra, deputato leghista in Gran Consiglio, in un momento che definisce “cruciale” per le finanze cantonali.
Il Popolo – ricorda – ha chiesto due cose: ridurre l’impatto dei premi malattia e non aumentare le imposte. “Oggi il volere è diventato dovere”, afferma Guerra, ricordando che “fra due anni ci pareremo di fronte a un’onda alta 600-700 milioni”.
Negli ultimi quindici anni la spesa cantonale è cresciuta del 45%, con le spese di trasferimento verso enti terzi “aumentate mostruosamente di più”. Per il deputato leghista non si tratta di tagliare i servizi, ma “gli eccessi, le sovrastrutture e le duplicazioni”. Nessuna “carneficina sociale”, precisa, ma una gestione più rigorosa: non sostituzione programmata di una quota dei partenti, uffici centralizzati e moratoria sui grandi progetti non obbligatori.
“Il necessario è sacro, non l’accessorio”, ribadisce Guerra, che propone anche una revisione dei contratti con enti terzi, con tetti ai costi indiretti e una quota variabile legata ai risultati. “Va pagato ciò che serve, non apparati”.
La ricetta si basa su due pilastri: allineamento politico e sostenibilità sociale. “Non si può risanare facendo carneficina o mettendo le mani nelle tasche dei cittadini già tartassati”, conclude. “Il volere popolare va applicato subito: tagliare gli eccessi, non aumentare le imposte.”