Quanto accaduto è l’ennesima dimostrazione che la violenza è diventata la cifra distintiva della sinistra e dei suoi seguaci. Ogni volta che scoppiano episodi vergognosi di intimidazione, insulti e aggressioni, assistiamo al medesimo copione: la sinistra finge di non vedere, si rifiuta di condannare chiaramente, anzi spesso giustifica, minimizza e persino incoraggia questi atteggiamenti.
È un atteggiamento ipocrita e pericoloso, che smaschera chi predica tolleranza e rispetto solo quando conviene, ma poi chiude gli occhi davanti ai propri militanti che trasformano le piazze in campi di odio e violenza. È ora di dirlo senza mezzi termini: la violenza in politica, oggi, arriva esclusivamente dalla sinistra. Sono sempre loro a usare insulti, minacce, lacio di oggetti, violenza e intimidazioni come arma di pressione, perché incapaci di sostenere le proprie idee con la forza degli argomenti.
E ancora più grave è la connivenza di dirigenti e rappresentanti che, invece di prendere le distanze, con la loro ambiguità alimentano un clima avvelenato e irresponsabile. Il Ticino e la Svizzera non hanno bisogno di queste derive. La democrazia si fonda sul confronto civile, sul rispetto reciproco, sulla libertà di parola.
Chi legittima la violenza, chi la asseconda, chi la difende solo perché proviene dal proprio campo politico, tradisce la democrazia stessa. Noi condanniamo con forza questi atti e denunciamo l’ipocrisia di una sinistra che da anni si presenta come paladina di diritti e libertà, ma che nei fatti si mostra incapace di difendere il primo dei diritti: quello a esprimersi senza paura di essere aggrediti. La violenza non è opinione, è barbarie. E chi la copre ne è complice.
Movimento Giovani Leghisti