La Svizzera deve svolgere un ruolo pionieristico nella lotta alla plastica. Almeno, questa è l'opinione dei Verdi, che ritengono questo ruolo ancora più necessario dopo il fallimento di un accordo internazionale vincolante al recente vertice sulla plastica di Ginevra. Per raggiungere questo obbiettivo una delle misure un divieto assoluto dei sacchetti di plastica da cinque centesimi venduti dai supermercati.
La Consigliera nazionale Marionna Schlatter (Verdi/ZH) aveva già presentato una mozione in tal senso a giugno. La proposta è stata respinta dal Consiglio federale la scorsa settimana. I due accordi settoriali conclusi nel 2016 e nel 2019 hanno portato a una riduzione dell'88% del consumo di sacchetti di plastica monouso e del 65% del consumo di sacchetti di plastica nel commercio al dettaglio, sostiene Berna nel giustificare la sua opposizione. "Questi accordi volontari hanno dimostrato che i divieti non sono necessari per ottenere risultati significativi".
Una posizione incomprensibile per Schlatter secondo cui il Consiglio federale sta perdendo l'occasione di inviare un "segnale chiaro contro la plastica monouso". Per lei, le misure volontarie non sono sufficienti; Servono regole vincolanti. E la Svizzera deve dare il buon esempio: "Quando le soluzioni internazionali falliscono, deve agire con ancora più determinazione", afferma.
A destra ci si oppone a questo divieto. "Si tratta dell'ennesimo divieto rigido e ideologico dei Verdi", critica il consigliere nazionale Christian Imark (UDC/SO), presidente della Commissione Ambiente che non vede problemi con i sacchetti da cinque centesimi: "Le usiamo per portare la spesa a casa, poi le riutilizziamo per altri scopi prima di smaltirle correttamente", spiega. Marionna Schlatter ribatte: "La comodità non dovrebbe andare a discapito dell'ambiente". Una borsa riutilizzabile è altrettanto pratica e non genera rifiuti inutili, secondo lei.