Chi vuole ottenere un passaporto svizzero farebbe meglio a non commettere la minima infrazione quando si trova al volante. Lo ha scoperto di recente un cittadino straniero, protagonista di una sentenza del Tribunale federale amministrativo come riportata dalla "Tribune de Genève" mercoledì 18 giugno. Fermato nel 2022 durante un controllo stradale, al trentenne era stato riscontrato un tasso alcolemico superiore al limite consentito. Sanzione: ritiro della patente per 4 mesi, multa di 480 franchi e condanna a una pena pecuniaria sospesa di 60 aliquote giornaliere a 40 franchi.
Ma oltre alla multa e al ritiro della patente, all'uomo, alcune settimane dopo, è arrivata un'altra punizione: la sua procedura di naturalizzazione è stata sospesa. Arrivato in Svizzera 15 anni fa, aveva infatti avviato la procedura di naturalizzazione nel 2018. Eppure tutto sembrava andare per il meglio: il suo comune e il suo cantone avevano già emesso pareri favorevoli.
Ciò senza tenere conto del Manuale sulla naturalizzazione, che stabilisce le basi giuridiche in materia di naturalizzazione. Questa disposizione stabilisce che determinati reati possono comportare il rinvio della domanda. Risultato: la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha congelato la procedura per cinque anni.
Ritenendo sproporzionata la sanzione, l'uomo ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF), dopo che la SEM si è rifiutata di riesaminare il suo caso. Il tribunale si è pronunciato contro di lui: ha ritenuto che il ritardo fosse giustificato, essendo il reato relativamente grave. Ora non gli resta che pazientare cinque anni, sempre che nel frattempo non ricaschi in altre infrazioni.