TICINO - Mentre politici e funzionari cantonali continuano a raccontarci che “l’economia ticinese è forte” , dalla realtà arriva l’ennesima doccia fredda. FFS Cargo ha annunciato il taglio di 65 posti di lavoro. E dove finiranno gran parte di questi tagli? Ma in Ticino, ovviamente. Dove altrimenti?
Il piano di “ristrutturazione” prevede il taglio di 30 impieghi solo tra Chiasso, Bellinzona e Castione. Tre località dove la logistica e il trasporto ferroviario rappresentano da decenni un pilastro economico e occupazionale. Pilastro che ora FFS si appresta a smantellare, lasciando a casa decine di lavoratori.
Il sindacato SEV parla di “doccia fredda” e denuncia una mancanza di trasparenza e coinvolgimento. Il termine “shock” ricorre nei commenti. Ma, come al solito, dalle autorità cantonali – così solerti nel promuovere conferenze stampa e piani strategici dal titolo altisonante – per ora nessuna reazione concreta.
L’aspetto più surreale della vicenda? Che la “maggior parte” dei tagli avverrà proprio in Ticino, mentre oltre Gottardo si taglia poco o niente. Una dinamica che si ripete da anni: qui si taglia, lì si investe. Qui si chiude, lì si ristruttura con delicatezza.