Sport, 21 aprile 2025

“Seleçao, squadra normale. Carlo Ancelotti? Difficile…”

Calcio: l’ex difensore bianconero Mauro Galvao e la crisi della nazionale brasiliana

LUGANO - Il momento è assai delicato: sopra il Brasile, e sulla Seleçao, è appena passato un ciclone chiamato Argentina, che ha travolto e tracimato tutto: allenatori, giocatori e dirigenti.


Il recente 4-1 incassato al Monumental Nunez di Buenos Aires è l’ennesimo campanello d’allarme: la nazionale più vincente e amata del mondo, sta diventando sempre più una squadra normale. La qualificazione ai prossimi Mondiali non parrebbe a rischio , è vero, ma ci sono alcune questioni da risolvere più importanti e urgenti di una partecipazione alla rassegna iridata: la riorganizzazione del movimento calcistico nazionale, i grossi debiti delle società, la corruzione e il calo di pubblico. Problemi per altro datati, che il presidente della CBF Ednaldo Rodrigues non sembra voler risolvere. La sua, del resto, è una gestione clientelare: la federazione si regge infatti su un sistema di “favori”, il cui obiettivo è quello di conservare le poltrone del potere. Un esempio: in tempo di elezioni, ai presidenti delle varie federazioni regionali, sono stati promessi salari più alti; il tutto per accaparrarsi voti necessari alla rielezione di Rodrigues. Un gioco da ragazzi. Per la cronaca: la gestione del numero 1 della federazione è stata oggetto di diverse denunce: Rodrigues, eletto la prima volta grazie all’influenza dell’ex presidente della Repubblica Jair Bolsonaro, è stato accusato di aver implementato un sistema dittatoriale all’interno del calcio nazionale e di aver corrotto funzionari e dirigenti. Morale: come si fa, allora, a pretendere che il calcio brasiliano possa progredire e tornare ai fasti di un tempo? Per il momento si naviga a vista anche se Mauro Geraldo Galvao, ex difensore bianconero, è piuttosto pessimista sul futuro. Nei giorni scorsi lo abbiamo raggiunto al telefono a Rio de Janeiro per parlare del difficile momento del “pais do futebol”. Partendo, appunto, da Rodrigues. 



Mauro: il Brasile sembra non aver capito che il mondo del calcio è cambiato.
Vero. Da anni marciamo sul posto. Manca programmazione, non esiste organizzazione, il pubblico non va più allo stadio e la Nazionale è in calo negli indici di gradimento. Tutti questi problemi c’erano 30 o 40 anni fa; eppure non siamo riusciti a risolverli. E non per mancanza di volontà bensì per la totale incompetenza degli organi federali, che non si sono minimamente preoccupati di trasformare il futebol in un’azienda moderna e redditizia come in Europa, per esempio.


Si spieghi.
Si vive ancora pensando che il nostro sia il calcio più bello del mondo e invece non è più così da molti anni. Si vive di ricordi, si pensa che i talenti migliori nascano in Brasile. Sbagliato. Questo sport si è evoluto e anche paesi con meno tradizione hanno cominciato a lavorare seriamente e duramente nei settori giovanili, dai quali nascono i calciatori del futuro. Da noi, salvo rarissime eccezioni, tutto questo non c’è. I vertici della nostra federazione pensano soltanto ad occupare le poltrone del potere. Parole come programmazione o visioni sono sconosciute.


E intanto la Nazionale balbetta.
Siamo diventati una rappresentativa normale. Come il Belgio, tanto per fare un esempio. Purtroppo paghiamo il cambio generazionale; tolto Nemari, che ora è infortunato, non abbiamo più dei calciatori in grado di fare la differenza. Il Brasile di un tempo è solo un dolce ricordo. I prossimi Mondiali? Visto il livello generale, non siamo messi così male ma pensare di vincerli è pura presunzione… 


La recente sconfitta contro l’Argentina è stata pesante, sotto tutti i punti di vista.
Una lezione di calcio che ci ha sbattuto in faccia la realtà. La differenza fra noi e loro è quella vista in campo. E alla fine ha pagato il CT Dorival junior. Come sempre, quando le cose vanno male.


Ma in Brasile erano contenti!
Dorival non è peggio di tanti altri. E poi non è facile guidare questa squadra: lo dice la storia. Se hai in mano degli autentici fuoriclasse, puoi mettere il pilota automatico; se hai una squadra appena normale parti in folle e non sai dove vai a parare. Insomma: cacciando Dorival la CBF ha realizzato un’operazione strategica. Ci voleva un capro espiatorio.


Adesso però va trovato il sostituto e il tempo stringe.
Le prossime partite delle eliminatorie sono in giugno e credo, al di là di ogni più nera previsione, che la qualificazione sia sotto chiave. Difficilmente entro quel periodo ci sarà un CT, sino ad allora ci sarà un interinato. Poi però bisognerà pensare a risolvere il problema: entro la fine dell’estate, se possibile. Il nuovo CT deve avere il tempo necessario perprovare a costruire una squadra competitiva. Non sarà scontato.


Il candidato principale è il portoghese Jorge Jesus.
In Brasile è molto apprezzato per aver condotto il Flamengo alla conquista di diversi titoli. Tuttavia in questo momento dirige una squadra dell’Arabia Saudita ed ha ancora un anno di contratto. Difficile che riesca a rescinderlo. A meno che la CBF paghi la clausola rescissoria. Non sarà facile.


E poi c’è un certo Ancelotti (che piacerebbe però anche a Milan e Roma).
È il sogno del presidente Rodrigues, che lo scorso anno lo aveva già incontrato a Madrid. Sembrava fatta ma poi il tecnico italiano decise di restare in Spagna. Forse aveva capito che aria tirava in Brasile. Ora però sembra che le cose siano cambiate: al Real Ancelotti non fa più l’unanimità, nello spogliatoio si rumoreggia e la squadra è in crisi di risultati (tanto che si parla di Klopp per il futuro). Magari Rodrigues riuscirà a convincere Carletto, anche se alla fine non credo accetterà. Il tecnico delle merengues non mi sembra uno che ami le sfide difficili. E la Seleçao è una sfida assai complicata.


Però potrebbe vincere l’ultimo titolo che gli manca per diventare il più grande allenatore della storia.
Sono assolutamente d’accordo. Dopo tanti campionati, dopo tante Champions e altri riconoscimenti, il Mondiale sarebbe il massimo. E siccome non può allenare l’Italia, la soluzione-Seleçao sarebbe ideale. Ma, ripeto: non credo che accetterà. Ci vuole coraggio.

M.A.

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