Atletica ma non solo
Marion Jones nasce a Los Angeles il 12 ottobre del 1975 da genitore USA e mamma originaria del Belize, stato del Centroamerica. Sin da ragazza dimostra di essere brava in tutti gli sport che pratica. Inizialmente si dedica al basket, sport in cui presto diventa una stella. Il primo grande trionfo è datato 1994, quando vince il titolo americano dei colleges con North Carolina. Di lei dicono sia intelligente tatticamente ed estroversa. Un infortunio ad piede però gli preclude nel 1996 la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Atlanta. A quel punto Marion, che si è cimentata anche con l’atletica, decide di cambiare e sceglie la pista, dove denota subito grandi capacità. Nel 1997 vince il suo primo titolo ai Mondiali di Atene nei 100 metri. Nella stessa rassegna si ripete nella staffetta 4x100 ed è decima nel salto in lungo. Improvvisamente diventa una star. Nel 1998 vince anche la Golden League e domina la stagione, ottenendo pure diversi record. L’anno dopo domina ai Mondiali di Siviglia ma durante le semifinali dei 200 metri si infortuna e si deve accontentare, si fa per dire, dell’oro sui 100 metri e il bronzo nel lungo.
Giochi fatali
Assente dalle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, quattro anni dopo a Sidney, in Australia, stupisce tutti; vince cinque medaglie: tre d’oro (100 e 200 piani, 4x400) e due di bronzo (salto in lungo e 4x100). Un autentico trionfo, Marion è la regina dello sport mondiale. Ma nel 2001 succede qualcosa che dovrebbe suonare come un campanello d’allarme: ai Mondiali di Edmonton (Canada) s’impone nella staffetta 4x100 ma la vittoria viene annullata perché una delle sue compagne, Kelly White, risulta positiva al controllo anti-doping. La Jones non ci fa molto caso: il passo falso della sua collega non la tocca minimamente. Anzi: dentro di lei cresce un sentimento di impunità che la porterà al disastro. Nel 2003 lascia le competizioni per la nascita del figlio poi nel 2004 partecipa ai Giochi di Atene ma senza ottenere nulla. E nel 2007 scoppia lo scandalo: la stessa Jones annuncia pubblicamente di aver fatto uso di sostanze proibite ai Giochi di Sidney di 7 anni prima. Inevitabilmente le vengono tolte le medaglie, e i risultati cancellati.
Il caso Balco
Nel 2004 l’agenzia anti-doping statunitense investiga su Marion Jones in merito al caso Balco (Bay Area Laboratory Co-operative), una industria farmaceutica nordamericana e il cui fondatore, Victor Conte, non esita ad accusare l’atleta per aver fatto uso di sostanze diverse illegali per il miglioramento delle sue prestazioni a Sidney 2000. Accuse respinte in modo netto. Ma il 19 agosto 2006 la Jones viene trovata positiva all’Epo durante i campionati americani a Indianapolis. Le controanalisi danno però esito negativo e l’atleta riesce a cavarsela. Ma un anno dopo confesserà alla Corte distrettuale di New Jork di aver fatto uso a partire dal 1999 di sostanze dopanti e di aver mentito al processo Balco e sulla frode bancaria in cui era coinvolto l’ex fidanzato Tim Montgomery. A fine 2007 si ritira e consegna le medaglie vinte con l’inganno a Sidney. Nel gennaio del 2008 il peggio del peggio: viene condannata a 6 mesi di carcere per aver mentito al giudice. Li sconterà con i lavori nell’ambito sociale.
Amori controversi
È anche sfortunata in amore la Jones. Durante la sua carriera ha dovuto convivere con fidanzati e mariti quanto meno controversi. Il primo è il lanciatore del peso C.J. Hunter, campione del mondo a Siviglia nel 1999 e squalificato dai Giochi di Sidney per esser risultato positivo al nandrolone. Il secondo è il velocista Tim Montgomery, primatista mondiale dei 100 metri. Quest’ultimo è coinvolto nel caso Balco e anche da lui Marion si separa, nonostante ci ha abbia fatto un figlio. Infine ecco Obadele Thompson, medaglia di bronzo nei 100 metri piani a Sidney 2000 con la maglia delle Barbados. Si sposano ed avranno due figli.
JACK PRAN