Sport, 18 febbraio 2025

“Un sogno? Attualmente penso soltanto alla salvezza”

Manuele Blasi, tecnico del Paradiso con trascorsi importanti nel calcio italiano

PARADISO - Manuele Blasi non è stato un campione, semmai un calciatore tosto, un guerriero, uno di quelli che non si è mai tirato indietro. In carriera ha fatto un po' il girovago ma ha conosciuto realtà importanti come la Roma, la Juventus, il Perugia, il Parma e la Fiorentina. 


Ma non solo: ha vestito in 8 occasioni anche la maglia della Nazionale azzurra, grazie alle chiamate di Marcello Lippi, che lo ha allenato a Torino durante i suoi trascorsi presso Madama. Tanto per la cronaca: Manuele, oggi allenatore del FC Paradiso, è nato il 17 agosto del 1980 a Civitavecchia, periferia, ci si passi il termine, di Roma caput mundi. È cresciuto nelle giovanili giallorosse e dopo aver sfiorato appena la prima squadra, è andato a Lecce per fare esperienza. Con i pugliesi è diventato un protagonista e così nel 1999 è tornato nella Capitale sotto la guida di Fabio Capello. Un sogno, svanito, di mezza estate: Blasi è infatti al centro di uno scambio con Nakata (ve lo ricordate? Uomo-scudetto nell'anno dell'ultimo titolo romanista, siamo nel 2001). A Perugia incontra Serse Cosmi, che ne fa un abile centrocampista. Interdizione ma anche regia, quando occorre. A quel punto arriva la proposta della Juventus, che prima lo parcheggia a Parma, dove però inciampa clamorosamente: viene pizzicato ad un controllo antidoping e viene squalificato.


Nonostante ciò la Signora crede in lui e nella stagione 2004/2005 ritrova Fabio Capello, che questa volta non lo ignora. Fa un po' di tutto: il terzino, il regista e il mediano. È affidabile e sicuro, tanto che arriva anche la convocazione in Nazionale. Poi la grande delusione di Calciopoli e la revoca di due scudetti ai bianconeri. Manuele accetta la Serie B ma poi arriva la proposta della Fiorentina, nella quale però non eccelle. E allora ecco che a stretto giro di posta spunta il Napoli: 73 presenze tra il 2007 e il 2011, in mezzo la breve parentesi a Palermo. Quindi nel 2011 il ritorno a Parma nell’operazione che porta a Fuorigrotta il centrocampista svizzero Blerim Dzemaili. Blasi a questo punto non ha più offerte valide e decide di portare la sua esperienza e la sua conoscenza in India, in un calcio diciamo così improbabile. Va a giocare con lo Chennaiyin, diretto dal campione del mondo Marco Materazzi e diventa subito campione nazionale. Poi poco o nulla e il rientro in patria in un club di Eccellenza della sua Civitavecchia. Smette di giocare nel 2017 per diventare allenatore. Prima del Paradiso, ha diretto squadre maltesi e cipriote. Il suo sogno? Allenare un giorno una squadra italiana di Serie A. Auguri. Nei giorni scorsi lo abbiamo sentito.


PARADISO: “In questo momento penso soltanto a salvare la mia squadra. Sono venuti qui per farla risalire in classifica. Le parole d’ordine: tranquillità e lavoro. In questo gruppo c’è qualità, sono convinto che potremo far felici i nostri tifosi e il nostro presidente. A Paradiso sono stato accolto benissimo e di questo ringrazio tutti”.


GRIGOLETTO: “È stato Alessandro (Grigoletto, ndr) a contattarmi. Già nel 2023 ci eravamo sentiti ma poi alla fine il club decise di prendere Sannino. In questi pochi mesi ho apprezzato la serietà e la professionalità della società. Sappiamo che il nostro compito non sarà facile, perché il campionato di Promotion League è difficile e molto competitivo”.


SVIZZERA: “Paradiso è una tappa importante della mia carriera. Nel vostro paese il calcio negli ultimi anni è molto cresciuto e quindi questa per me è una opportunità per farmi conoscere ed apprezzare. Il futuro? Un giorno, magari, allenare in un club di Super o Challenge League o chissà, in Italia”.


SERSE COSMI: “Se guardo il film della mia carriera, debbo dire che il tecnico del Perugia
mi ha insegnato moltissimo. Fu grazie a lui se diventai centrocampista, dopo una vita da...terzino. Serse è stato fondamentale nella mia crescita di uomo e calciatore”.


LUCIANO GAUCCI: “Un grande personaggio, un presidente padrepadrone, di quelli che comandano e decidono senza troppi fronzoli. Con lui ci sentivamo al sicuro; per me Perugia è stata una grandissima esperienza. Gaucci ha dato molto e ricevuto poco in cambio dal mondo pallonaro”.


SCUDETTI: “Con la Juventus ho vinto due scudetti, entrambi sono stati però revocati. In realtà noi sul campo siamo stati i migliori e per questo motivo posso dire di sentirli miei. Ricordo comunque che insieme a Marco Materazzi ho pure vinto un titolo indiano”.


CAMPIONI: “In carriera ho giocato al fianco e contro tantissimi fuoriclasse. Da avversario ho sofferto tantissimo Zidane, che dovevo francobollare ogni volta che incontravo la Juventus. Un giocatore eccezionale. Lui era praticamente immarcabile . I miei compagni più bravi? Due su tutti: Del Piero e Ibrahimovic”.


AZZURRO: “ Il fatto che io sia stato convocato 8 volte in Nazionale significa che qualcosa ho pur fatto in carriera. Certo non ero molto tecnico ma da mediano riuscivo sempre ad eccellere grazie alle mie qualità di lottatore. Peccato non sia riuscito ad andare al Mondiale del 2006: sarei diventato campione del mondo!”.


BRUNO CONTI: “Quando ero giovanissimo, giocai alcune partite con la maglia della Roma. Tutte amichevoli. Ricordo di aver duettato con Bruno Conti, che fu in seguito anche mio allenatore, e Sella. Ho seguito anche il cammino di Francesco Totti nelle giovanili. Si vedeva già che sarebbe diventato un campione”.


CAPITOMBOLO: “Nella mia lunga carriera ho conosciuto anche dei momenti difficili (risultò positivo al nandrolone nel 2003 e fu poi squalificatoper sei mesi, ndr). Ma non mi sono mai lasciato andare, anzi ho reagito come deve fare un professionista.


IL LAVORO: “Nella vita ho fatto il calciatore e sono particolarmente contento di questa scelta. Nel 2009 ho comunque ottenuto il diploma di tecnico-industriale presso l'istituto tecnico di Pianura. Non si sa mai…”.


LA MUSICA: “Mi carico ascoltando un po’ di musica; mi piace l’hip hop in particolare, ma non ho cantanti preferiti, basta solo che non siano italiani. Non perché non siano bravi, intendiamoci, però non sono il mio genere”. Da una intervista rilasciata anni fa da Manuele Blasi ad un sito italiano di sport (manualedelcalcio. it).

A. M.

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