LOSANNA – Impegnato agli Australian Open – dove deve difendere il titolo conquistato lo scorso anno – Jannik Sinner può comunque sorridere in vista di aprile, quando dovrà affrontare il ricorso presentato dalla WADA al Tas di Losanna, per la positività al Clostebol. L’italiano, infatti, potrebbe aver ricevuto un assist importante dal curling, in particolar modo dal caso di Briane Harris, la canadese che era stata squalificata per quattro anni dopo essere risultata positiva al Ligandrol, un integratore utilizzato per la produzione di testosterone, l’aumento di massa muscolare a dispetto della riduzione di massa grassa.
Un prodotto molto usato dai culturisti, con cui la giocatrice nordamericana era entrata in contatto involontariamente attraverso rapporti sessuali avuti col marito, senza che questo avesse comunicato l’utilizzo della sostanza e senza aver mai pensato che la stessa potesse essere veicolata attraverso lo scambio di fluidi corporei. Harris ha fatto ricorso al TAS per la squalifica, ricevendo dopo 11 mesi di stop la buona notizia: la corte ha accettato la tesi secondo cui la giocatrice avrebbe preso tutte le precauzioni possibili per evitare il contatto con sostanze che potessero contaminarla e di conseguenza ha cancellato la squalifica assolvendola a pieno titolo.
Una sentenza decisamente positiva per Sinner, che il 16-17 aprile proverà a confermare al TAS quando già deciso dall’ITIA lo scorso anno.