PARIGI (Francia) – Quei 3 Championship Points consecutivi sbagliati sul 5-3 e 0-40 nel quarto set Jannik Sinner se li ricorderà a lungo, e infatti l’italiano al termine del match disputato ieri ha detto che avrebbe faticato ad addormentarsi questa notte. Difficilmente il numero 1 al mondo riuscirà a cancellare immediatamente dalla sua testa l’occasione persa. In un solo colpo l’altoatesino poteva vincere il suo primo Roland Garros, poteva tenere aperta la porta verso il Grande Slam e poteva finalmente battere nuovamente Carlos Alcaraz, sua vera bestia nera, e poteva farlo sulla terra rossa, terreno di conquista del ragazzo di Murcia. Invece quei tre errori, di cui uno assolutamente gratuito e inutile, hanno cambiato il volto del match e alla fine a esultare è stato proprio Alcaraz, che ha offerto il bis in terra francese.
Sinner-Alcaraz è e sarà il binomio che contraddistinguerà il tennis nei prossimi anni e che saprà regalarci sfide indimenticabili, uguali o superiori a quelle vissute nell’ultimo ventennio con Federer, Nadal e Djokovic. L’ultimo atto del Roland Garros 2025 lo ha confermato e verrà ricordato come una finale epica, risolta per la prima volta nella storia al super tie-break. Con le sue 5h29’ di durata, la finale del Philippe Chatrier è diventata l’atto finale più lungo dello Slam parigino, anche se non si è trattata della finale più lunga dello Slam: il primato spetta alla finale degli Australian Open 2012, quando Djokovic superò Nadal in 5h53’.
Come detto, per la prima volta una finale Slam è stata decisa al super tie-break, ossia un game decisivo ai 10 punti, nel caso in cui i due contendenti arrivino al 6-6 nel quinto e decisivo set. Tale regola fu introdotta per la prima volta agli Australian Open 2019, per poi essere inserita in tutti gli altri Major a partire dal 2022. Nell’era Open è la terza volta che uno Slam si decide al tie-break del quinto parziale. Come dimenticare la pazzesca finale di Wimbledon 2019, quando Djokovic e Federer arrivarono sul 12-12 dell’ultimo set, per poi giocarsi la vittoria al tie-break? Nel 2020 a New York, invece, fu Thiem a superare Zverev in un tie-break tradizionale al quinto set.
Alcaraz, inoltre, è riuscito per la prima volta in carriera a vincere un incontro dopo essere andato sotto di 2 set a 0. Lo spagnolo è così diventato il nono giocatore a compiere tale impresa in una finale nell’era Open. L’ultimo a riuscirci fu proprio Sinner negli Australian Open 2024, quando superò con una clamorosa rimonta Medvedev. L’italiano, invece, per la terza volta in carriera ha perso un match dopo essere andato in vantaggio di due parziali: gli era successo a New York nel 2020 contro Khachanov e contro Djokovic a Wimbledon nel 2022.
Lo spagnolo, infine, è riuscito a vincere la sua quinta finale Slam disputata. 5 su 5, fermando la corsa di Sinner che aveva vinto le 3 finali in cui era sceso in campo. Alcaraz diventa così il secondo uomo a conquistare cinque titoli Slam senza aver mai perso una finale: davanti a lui c’è solo Federer, che aveva fatto 7 su 7. C’è poi una curiosità: Alcaraz è diventato il terzo tennista più giovane a raggiungere quota 5 Slam vinti dopo Borg (21 anni) e Nadal. I due spagnoli hanno festeggiato entrambi il loro quinto Major a 22 anni, 1 mese e 3 giorni. Pazzesco!