Il 24 novembre saremo chiamati a votare sulla “Fase di potenziamento 2023 delle strade nazionali”, per un costo complessivo di 4.9 miliardi di franchi. Il fronte rossoverde, come noto, si oppone.
La libera circolazione delle persone ha fatto aumentare la popolazione residente in Svizzera di 1,5 milioni di persone negli ultimi 20 anni. Solo nel 2023, il saldo migratorio (arrivi meno partenze) è stato di 140mila anime. Ora: davvero qualcuno pensava che fosse possibile fare esplodere la popolazione presente in Svizzera, e quindi i veicoli, senza adattare le infrastrutture, comprese quelle viarie?
Non solo la popolazione è aumentata, ma anche le abitudini sono cambiate. Più tempo libero (ad esempio perché si sceglie di ridurre la percentuale lavorativa) significa più automobili sulle strade. E gli acquisti effettuati online non vengono consegnati al cliente con un drone, bensì con un mezzo di trasporto su gomma.
La nostra rete autostradale è stata realizzata tra gli anni 60 e 80. All’epoca, la Svizzera aveva poco più di 5 milioni di abitanti. Adesso siamo a 9 milioni. Ovvio che si formino degli ingorghi. Ed infatti nel 2023 sulle autostrade elvetiche si sono registrate quasi 48mila ore di code. Nel 2010 erano “solo” 11'500. La situazione sta quindi degenerando a ritmo esponenziale. Queste colonne hanno un costo enorme per l’economia: l’ultimo dato disponibile, quello del 2019, parla di 1.2 miliardi di franchi. Senza dimenticare che le automobili in coda inquinano di più.
E cosa succede se le autostrade sono bloccate? Lo si vede nel Luganese, ma anche in Leventina in caso di blocchi al Gottardo: i veicoli si riversano sulle strade cantonali e comunali.
Sulle autostrade si sposta il 73% delle merci e si concentra il 45% del traffico globale. Non è pensabile trasferire su vasta scala merci e persone dalla strada alla ferrovia. Perché anche quest’ultima ha problemi di capacità (è intasata).
La contrapposizione ideologica strada (cattiva) contro ferrovia (buona) è una scemenza. Le due infrastrutture devono esistere in modo complementare. Ad esse aggiungiamo pure le vie d’acqua che possono togliere automobili – anche di frontalieri – dalle strade.
Le autostrade non sono un flagello. Sono un servizio pubblico. Ci rendiamo conto della loro importanza quando, per un motivo o per l’altro, non sono transitabili, e di conseguenza scoppia il caos.
Quanto ai costi della Fase di potenziamento 2023: 4.9 miliardi sono tanti, certo. Però non gravano sui bilanci della Confederazioni. Provengono dal FOSTRA, ossia dal Fondo per le strade nazionali e per il traffico di agglomerato. Che è alimentato con i soldi che gli automobilisti hanno già pagato, rispettivamente pagheranno, con la vignetta autostradale ed i vari balzelli sul carburante. Quindi, le strade nazionali se le pagano gli automobilisti.
Lorenzo Quadri
La libera circolazione delle persone ha fatto aumentare la popolazione residente in Svizzera di 1,5 milioni di persone negli ultimi 20 anni. Solo nel 2023, il saldo migratorio (arrivi meno partenze) è stato di 140mila anime. Ora: davvero qualcuno pensava che fosse possibile fare esplodere la popolazione presente in Svizzera, e quindi i veicoli, senza adattare le infrastrutture, comprese quelle viarie?
Non solo la popolazione è aumentata, ma anche le abitudini sono cambiate. Più tempo libero (ad esempio perché si sceglie di ridurre la percentuale lavorativa) significa più automobili sulle strade. E gli acquisti effettuati online non vengono consegnati al cliente con un drone, bensì con un mezzo di trasporto su gomma.
La nostra rete autostradale è stata realizzata tra gli anni 60 e 80. All’epoca, la Svizzera aveva poco più di 5 milioni di abitanti. Adesso siamo a 9 milioni. Ovvio che si formino degli ingorghi. Ed infatti nel 2023 sulle autostrade elvetiche si sono registrate quasi 48mila ore di code. Nel 2010 erano “solo” 11'500. La situazione sta quindi degenerando a ritmo esponenziale. Queste colonne hanno un costo enorme per l’economia: l’ultimo dato disponibile, quello del 2019, parla di 1.2 miliardi di franchi. Senza dimenticare che le automobili in coda inquinano di più.
E cosa succede se le autostrade sono bloccate? Lo si vede nel Luganese, ma anche in Leventina in caso di blocchi al Gottardo: i veicoli si riversano sulle strade cantonali e comunali.
Sulle autostrade si sposta il 73% delle merci e si concentra il 45% del traffico globale. Non è pensabile trasferire su vasta scala merci e persone dalla strada alla ferrovia. Perché anche quest’ultima ha problemi di capacità (è intasata).
La contrapposizione ideologica strada (cattiva) contro ferrovia (buona) è una scemenza. Le due infrastrutture devono esistere in modo complementare. Ad esse aggiungiamo pure le vie d’acqua che possono togliere automobili – anche di frontalieri – dalle strade.
Le autostrade non sono un flagello. Sono un servizio pubblico. Ci rendiamo conto della loro importanza quando, per un motivo o per l’altro, non sono transitabili, e di conseguenza scoppia il caos.
Quanto ai costi della Fase di potenziamento 2023: 4.9 miliardi sono tanti, certo. Però non gravano sui bilanci della Confederazioni. Provengono dal FOSTRA, ossia dal Fondo per le strade nazionali e per il traffico di agglomerato. Che è alimentato con i soldi che gli automobilisti hanno già pagato, rispettivamente pagheranno, con la vignetta autostradale ed i vari balzelli sul carburante. Quindi, le strade nazionali se le pagano gli automobilisti.
Lorenzo Quadri