Da tempo il Consigliere federale e ministro della Difesa Viola Amherd sta cercando di convincere colleghi e Parlamento di aumentare il budget dell’esercito svizzero. La questione fa discutere gli eletti a Berna e Viola Amherd ha parlato con forza ai suoi colleghi del Consiglio federale, rivela la televisione SRF. Quello che è stato discusso è stato un documento della NATO in cui si prevede un futuro nero per l'Europa, e quindi anche per la Svizzera, se Donald Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali americane a novembre.
Se la NATO non prevede un attacco americano in Europa, l'organizzazione militare teme che Donald Trump rinunci a ogni sostegno all’Ucraina. Il che vorrebbe dire che, nel giro di pochi mesi, la Russia vincerebbe la guerra. Vittoria a cui seguirebbe l'insediamento di un nuovo governo in Ucraina. E poi la fuga di “fino a 5 milioni di profughi”, secondo una “stima prudente”.
Secondo questo scenario apocalittico della NATO, la Svizzera avrebbe bisogno di un esercito preparato per per evitare una destabilizzazione dell’intera Europa, in particolare dei flussi migratori attraverso i Balcani, in caso di sconfitta dell’Ucraina.
“Per prepararsi a ciò, la capacità di difesa dovrà essere ripristinata al più tardi entro la fine degli anni 2020”, stima il Dipartimento federale della difesa nel documento consultato dalla SRF. Secondo la SRF e il Tages-Anzeiger, tuttavia, la presentazione di questo scenario non sembra convincere particolarmente i colleghi del Consiglio federale di Viola Amherd. Sia Albert Rösti, Ignazio Cassis che Beat Jans in particolare avrebbero reagito con scetticismo all'avvertimento di Amherd. Attualmente il Consiglio federale preferisce un fondo di finanziamento temporaneo di 10 miliardi di franchi che potrebbe consentire investimenti senza indugio e dovrebbe poi essere rimborsato a partire dal 2035 sul bilancio ordinario dell'esercito, quando sarà portato all'1% del Pil.